Artemis 3, la missione lunare della Nasa prevista per la fine del 2026, sembra destinata a detenere più di un primato. Innanzitutto sarà il primo sbarco sul satellite con equipaggio dal 1972, dopo Apollo 17. Si raggiungerà per la prima volta anche il Polo Sud. Ad arrivare sulla Luna ci sarà anche una donna. Ancora, gli astronauti indosseranno tute spaziali "griffate". Axiom Space, startup texana del settore aerospaziale, ha svelato infatti ieri al MiCo di Milano, nella cornice del Congresso Internazionale di Astronautica, la tuta spaziale Axiom Extravehicular Mobility Unit, realizzata insieme a Prada. L’azienda statunitense ha avuto infatti nel 2022 l’incarico dalla Nasa - che ha finanziato 228 milioni di dollari - di sviluppare una tuta innovativa adatta alla missione, che possa quindi resistere a condizioni estreme, dall’assenza di atmosfera, all’escursione termica - con temperature che possono variare dai 200 gradi sottozero all’ombra a più di 100 gradi al sole – fino alla polvere lunare.
Axiom Space ha individuato proprio nella holding del lusso italiana un’alleata. Lorenzo Bertelli, chief marketing officer and corporate social responsability del Gruppo Prada, ricorda come il marchio non sia conosciuto nel mondo solo per la moda, ma anche per l’ingegneria, soprattutto tramite l’American Cup e le imbarcazioni a vela Luna Rossa, nome che ora appare quasi profetico: "Dagli anni 90 mio padre ha investito oltre un miliardo in ricerca e sviluppo. Con Axiom Space abbiamo condiviso il nostro know-how su materiali ed alte prestazioni, nuove soluzioni e tecniche di cucitura, imparando molto gli uni dagli altri".
Una ricerca dei materiali tra ingegneria ed estetica che ha portato alla realizzazione di un prototipo in grado di tollerare le temperature estreme del polo sud lunare e il clima rigido delle regioni permanentemente in ombra, con un’autonomia dalle due alle otto ore. Un risultato importante perché durante la missione gli astronauti saranno impegnati in continue attività esplorative sulla superfice del satellite.
Tra gli obiettivi della missione, infatti, anche quello di cercare bacini d’acqua. Ecco perché la tuta presenta un mix di giunture morbide per garantire mobilità e altre metalliche, che aumentano la resistenza, adattabile alle diverse fisionomie degli astronauti, sia uomini che donne. Sul rivestimento bianco non vi sono marchi direttamente riconducibili alla Maison, se non fosse per quella linea rossa, che già ai tempi di Neil Armstrong, contraddistingueva le tute spaziali. "Una coincidenza significativa", chiosa Bertelli.
"Abbiamo rotto gli schemi esplorando soluzioni innovative con un approccio avanguardistico al design", dice il presidente di Axiom Space Matt Ondler, che aggiunge "questa partnership segna un precedente che ci aiuterà a ripensare le collaborazioni fra settori". Su questo, Ondler intravede "un grande futuro di collaborazione con l’Italia". "Un momento storico per il settore spaziale" anche per Bertelli, che aggiunge: "Siamo qui per dimostrare che questo è solo l’inizio".
Sul fatto che sia l’inizio di un nuovo corso è d’accordo anche Russel Ralston, vicepresidente esecutivo delle attività extraveicolari per Axiom Space, che parla di "una nuova era nelle missioni spaziali".