Mercoledì 24 Aprile 2024

Zelensky in pressing sull’Occidente "Servono jet, vi manca il coraggio"

Il leader ucraino boccia l’ipotesi di un referendum a Lugansk. "Prima devono andarsene le truppe di Mosca"

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di Alessandro Farruggia

Zelensky vuole di più. Il presidente ucraino, in un video trasmesso sui suoi account social, ha accusato l’Occidente "di non avere abbastanza coraggio" quando si tratta di aiutare l’Ucraina, criticando "il ping pong su chi e come dovrebbe consegnarci i jet". Zelensky ha fatto il paragone con i soldati che combattono a Mariupol: "Oggi ho parlato con i difensori di Mariupol, sono in costante contatto con loro. La loro determinazione, il loro eroismo e la loro fermezza sono straordinarie. Se solo coloro che da 31 giorni stanno pensando a come mandarci dozzine di jet e carri armati avessero l’1% del loro coraggio...".

ZELENSKY CENSURATO

DAL CREMLINO

Ieri il presidente ucraino ha concesso una intervista a quattro media russi, parlando per due ore via Zoom con Ivan Kolpakov, caporedattore di Meduza; Tikhon Dzyadko, caporedattore del canale tv Dojd; Mikhail Zygar, scrittore e giornalista, e Vladimir Solovyov, corrispondente di Kommersant. ll Roskomnadzor, l’autorità russa sui media, ha ammonito i media russi a "non pubblicare né trasmettere l’intervista", il cui testo integrale è però stato pubblicato da Meduza. "La Russia – ha detto Zelensky – non sta consentendo all’Ucraina di restituire i corpi dei soldati russi caduti, dei ragazzi, per nascondere all’opinione pubblica la reale entità delle perdite accusate durante l’invasione dell’Ucraina". "L’invasione russa – ha aggiunto – ha creato una spaccatura irreversibile tra i due popoli". Ha detto che i russi han più volte cercato di eliminarlo e ha poi parlato delle trattative. "Demilitarizzazione e denazificazione dell’Ucraina – ha dichiarato – non sono in discussione, sull’uso della lingua russa si discute, quanto allo status di neutralità dell’Ucraina se ne sta parlando, e siamo pronti a farlo, sottoponendo l’eventuale accordo al referendum popolare. Ma un referendum è impossibile quando c’è la presenza delle truppe. Quindi prima si ritirano e poi si procede".

REFERENDUM A LUGANSK

L’autoproclamata repubblica di Lugansk potrebbe presto indire un referendum per unirsi alla Russia. "Credo che nel prossimo futuro – ha detto il leader dell’autoproclamata Repubblica Popolare di Lugansk, Leonid Pasechnik – si terrà un referendum e la popolazione esprimerà la propria opinione sull’adesione alla Federazione russa". Pronta la replica di Kiev. "La Federazione Russa – ha detto il portavoce del ministero degli Esteri, Oleg Nikolenko – non smette di cercare di minare la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina. Eventuali falsi referendum nei territori temporaneamente occupati sono giuridicamente insignificanti e non avranno conseguenze legali. Nessun Paese riconoscerà mai il cambiamento con la forza dei confini internazionalmente riconosciuti dell’Ucraina".

LA CONTROFFENSIVA

DELL’UCRAINA

Le forze armate di Kiev hanno lanciato contrattacchi nelle province di Sumy (dove sabato hanno ripreso la cittadina di Trostianets, ieri han ripreso il villaggio di Boromylka), Kharkiv (ieri ripreso il villaggio di Husarivka), Kiev e Mikolayev (dove gli ucraini hanno aperto un corridoio tra le forze russe, separandole). Nel Donbass le truppe di Mosca sono invece all’offensiva, sia a Izyum, dove la situazione è critica, sia verso Slovyansk. Respinti attacchi a Rubizne, Sievierodonets e Popasna. Si restringe anche l’area sotto controllo ucraino a Mariupol. Nella zona di Chernobyl si segnalano 31 roghi e 10mila ettari di foresta in fumo (il che alza nubi radioattive, anche se per ora solo localmente). Sembrano essere invece limitate le fughe radioattive dal laboratorio di ricerca nucleare bombardato sabato a Kharkiv. Il rischio radiologico sarebbe basso.