Martedì 16 Aprile 2024

"Urlavo e lo imploravo di fermarsi Mi ha stuprata, ora deve pagare"

Cattolica, è ancora sotto choc la ragazza di 20 anni che ha denunciato di essere stata violentata in spiaggia. Arrestato un muratore 22enne. "La musica in discoteca era troppo alta. È uscito con me, mi sono fidata"

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Un carabiniere nell’area davanti al locale di Cattolica dove – stando alla denuncia – è avvenuto lo stupro

di Lorenzo Muccioli

"Dopo l’altra notte, la mia vita è cambiata per sempre: non credo che in futuro potrò fidarmi ancora degli sconosciuti, ora vivo nella paura". È ancora sotto choc la ventenne della provincia di Pesaro vittima di un presunto caso di violenza sessuale, che si sarebbe consumato domenica scorsa fuori dalla discoteca Malindi di Cattolica, nel Riminese. La ragazza, assistita dall’avvocato Elena Fabbri, ha di fatto confermato la prima versione dei fatti. In manette è finito un 22enne albanese residente a Vallefoglia (in provincia di Pesaro), Bujar Metushi, difeso dall’avvocato Marco Defendini. L’indagine è coordinata dal sostituto procuratore Annadomenica Gallucci.

Conosceva già il suo assalitore?

"No, era la prima volta che lo vedevo. La mia amica conosce uno dei ragazzi che erano insieme a lui. Eravamo tutti insieme in gruppo, lì nel locale, quando a un certo punto lui mi ha chiesto di uscire".

Lei è andata insieme a lui?

"Ho pensato che la musica fosse troppo alta e che volesse semplicemente andare fuori in un luogo meno rumoroso per parlare. Non credevo che avesse cattive intenzioni. Sembrava un bravo ragazzo, mi sono fidata di lui. Non mi è sembrato che ci stesse provando con me, e io non ero interessata a lui".

Poi cos’è successo?

"Siamo andati verso un sentiero poco illuminato. Mi ha preso con forza per i fianchi. Io ho avuto paura: mi sentivo pietrificata. Mi ha trascinata dietro un cespuglio. Quando ho capito le sue intenzioni, ho preso il cellulare e ho mandato un messaggio criptato su WhatsApp ad un mio amico: era una richiesta di aiuto. Lui ha iniziato a palparmi. Mi dimenavo, cercavo di liberarmi, ma lui era molto più forte di me. Mi ha sbottonato i pantaloni e poi mi ha tolto gli slip. L’ho implorato di smetterla, ma era come se lui non sentisse".

Come si sente in questo momento?

"Sono distrutta. Ancora faccio fatica a rendermi conto di quello che è successo. Sono felice però di aver trovato il coraggio di denunciare: tutte le ragazze vittime di violenza dovrebbero farlo. Adesso desidero una cosa sola".

Quale?

"Che lui paghi. Non solo per quello che ha fatto a me, ma anche al mio amico, che è stato picchiato".

Dopo essere fuggita dal suo aguzzino, la ventenne ha raggiunto, in lacrime, le amiche. Queste ultime hanno incominciato a inveire e a urlare contro gli albanesi, tra i quali Metushi. Al Malindi nel frattempo sono arrivati anche un paio di amici delle ragazze, che le avevano accompagnate lì in auto per poi trascorrere la serata nel locale vicino, il Bikini. I ragazzi si sono fronteggiati, e lo stesso Metushi avrebbe colpito, con un pugno, l’amico della ragazza. Il 22enne albanese si trova in carcere, in attesa dell’udienza di convalida che si terrà questa mattina. Ai carabinieri ha detto di non aver usato alcun tipo di violenza contro la ragazza e che quello consumato fuori dal locale sarebbe stato un rapporto consenziente.