Covid, "un mese per uscire dalla pandemia. L’unica strada è vaccinare tutti"

L’epidemiologo Ciccozzi: insistere con gli ultracinquantenni, l’immunità di gregge dipende da loro

Massimo Ciccozzi, epidemiologo del Campus Biomedico di Roma

Massimo Ciccozzi, epidemiologo del Campus Biomedico di Roma

"Il passaggio dalla pandemia all’endemia dipende anche da noi, da quanto ci vaccineremo, da come manterremo le misure di protezione in ambienti chiusi, oltre che da fattori imponderabili ma sempre possibili come l’eventuale insorgere di nuove insidiose varianti. Nessuno oggi può fare previsioni, solo a fine mese avremo un quadro che ci permetterà di fare qualche ipotesi sensata, ma certo è che questi sono mesi decisivi. Se non vogliamo un autunno pessimo, dobbiamo vaccinare il più possibile". Cosi l’epidemiologo Massimo Ciccozzi del Campus Biomedico di Roma.

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Professor Ciccozzi, se l’epidemia dovesse tornare a mordere in ottobre-novembre, ad esempio perché la copertura vaccinale non sarà adeguata, si può dire che quelli a rischio sarebbero in primis i non vaccinati?

"Assolutamente, se le coperture fossero troppo basse per garantire un’immunità di gregge, rischiamo un’epidemia che colpirà in primis i non vaccinati, che devono sapere quello a cui potrebbero andare incontro e fare le scelte conseguenti sulla base della razionalità".

Anche i vaccinati, sottolineano i no vax, sono però a rischio contagio: qual è la differenza con i cittadini non protetti?

"I vaccinati possono certamente essere infettati, ma in maniera molto inferiore a chi non è coperto, e comunque i vaccinati molto raramente vengono ospedalizzati. I non vaccinati invece, se non stanno attenti e vengono contagiati, sono molto esposti al rischio di ospedalizzazione, compreso quello di finire in terapia intensiva e di morire".

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Eppure in tanti, anche se ideologicamente non contrari ai vaccini, sottostimano il rischio.

"Posso capire un giovane, eventualmente, ma un adulto, no. Abbiamo visto quanto è successo, abbiamo visto i 128 mila morti, gli oltre 4 milioni di positivi, molti dei quali ammalatisi e finiti in ospedale, anche in terapia intensiva a lottare per la loro vita. Non è bastato tanto dolore? Il mio accorato appello è in particolare a quei quattro milioni e mezzo di ultracinquantenni che non capisco perché non si siano ancora vaccinati. Per la loro età sono oggettivamente più esposti a conseguenze serie. È un fatto. A loro dico: per favore, vaccinatevi. Tutelerete voi stessi, le vostre famiglie e in generale tutta la popolazione, perché più vaccinati ci sono, meno circola il virus. Pensate alla salute vostra e a quella degli altri".

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Sarà necessaria un terza dose?

"Se ne sta discutendo. E le opinioni sono discordi. A mio avviso andrà fatta, vediamo quando, anche se secondo me non andrà fatta a tutti. Ritengo possa essere necessaria per over 65 e soggetti fragili oltre che per i lavoratori esposti come quelli della sanità".

Siamo di fronte a una epidemia resiliente, dinamica, che richiede risposte sempre nuove, flessibili. Una pandemia infinita?

"Si è una pandemia molto dinamica, che sviluppa continue varianti. Ma ne verremo fuori, ne stiamo già venendo fuori".

Il Green pass va bene così?

"Grossomodo sì. È uno strumento utile, anche per spingere a vaccinarsi. Ma andrebbe rilasciato solo dopo la seconda dose, perché la prima non protegge abbastanza contro la Delta. Su questo servirebbe una modifica normativa".

Come vivere questa seconda estate Covid?

"Con serenità ma anche con serietà. Questa estate è migliore della precedente, perché abbiamo i vaccini. Abbiamo quindi una prospettiva concreta di uscire dalla pandemia. Ma nessuno deve pensare che è già fatta. Bisogna mantenere alta la guardia, anche i vaccinati. Se non possono mantenere il distanziamento, specie al chiuso, usino la mascherina. Rispettino le norme di legge. Altrimenti si rischia di mettere a rischio i risultati ottenuti fino a oggi".