Vaccini anti-Covid, "ci iniettano microchip e metalli": guida contro le bufale

La Cina diffonde molte fake news sui social usando finti profili e foto create dall’intelligenza artificiale

Manifestazione no vax a Milano

Manifestazione no vax a Milano

Se le varianti spuntassero alla velocità delle fake news sui vaccini e fossero altrettanto contagiose, probabilmente saremmo ancora tutti affacciati ai balconi a steccare a squarciagola ‘Azzurro’ e ‘Nel blu, dipinto di blu’. Ma non sono solo i vostri contatti no vax a inondare il web di bufale. The Sun, infatti, ha scoperto come la Cina utilizzi sui social un vero e proprio esercito di bot (programmi che simulano il comportamento umano), le cui foto del profilo sono create dall’intelligenza artificiale, per diffondere le teorie più strampalate sui vaccini. Una specie di enorme cyber-megafono per gettare ombre e dubbi tra i Paesi considerati nemici. Ecco allora una raccolta delle migliori panzane che più o meno tutti noi abbiamo letto sulla Rete.

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Nei vaccini ci sono metalli pesanti o tossici?

Nessuno studio lo ha mai dimostrato. Ma questo non ha impedito a qualche genio del male (alcuni anche a favore di telecamera) di provare almeno un migliaio di volte a passare una calamita sul punto dell’iniezione, con l’unico risultato di aver rovinato il pavimento di casa.

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Dentro i vaccini ci sono microchip per controllarci? 

Basta controllare il sito dell’Agenzia del farmaco italiana per scoprire cosa si trova dentro le fiale. E chi sperava di trovare nella lista i mitologici microchip per controllare la mente dei vaccinati a distanza resterà abbastanza deluso.

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La sperimentazione dei vaccini è durata troppo poco?

Altra bufala. "La fase sperimentale – spiega Matteo Bassetti, primario di Malattie infettive all’ospedale San Martino di Genova – non è durata poco, è durata il giusto. Se per costruire il Ponte di Genova ci ho messo un anno, allora vuol dire che il ponte è insicuro, perché di solito ci vogliono 20 anni? Ovviamente, essendo un periodo particolare della storia, per la sperimentazione di questo vaccino è stato arruolato in 5 mesi un numero di volontari che di solito riuscivamo a reperire in 5 anni".

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I vaccini sono in grado di modificare il nostro dna? 

Tranquilli, se avete già fatto l’iniezione, non vi spunteranno le antenne. "I vaccini anti Covid non cambiano e non interagiscono in alcun modo con il Dna. Sia i vaccini a mRna che a vettore virale – chiarisce l’Istituto superiore di sanità – forniscono istruzioni alle nostre cellule utili ad attivare una risposta immunitaria per proteggerci dal Sars-Cov-2"

E' vero che i vaccini contro il Covid non funzionano?

"Che i vaccini stiano contribuendo a salvare migliaia di vite è fuori da ogni dubbio. A parità di casi tra seconda e terza ondata, negli Stati dove si è vaccinato maggiormente il rapporto tra ricoveri e decessi è cambiato radicalmente. In altre parole – fa notare Daniele Banfi della Fondazione Veronesi – all’aumentare dei nuovi casi non si verifica più l’incremento di ricoveri e decessi a cui invece si assiste laddove purtroppo non sono disponibili i vaccini. Ciò accade anche dove la variante Delta è predominante, ovvero un po’ ovunque nel mondo".

E il boom di casi in Islanda, dove sono tutti vaccinati?

È un paradosso figlio dei grandi numeri. Sappiamo che i vaccini coprono circa all’88% dalla semplice infezione. Questo significa che anche chi è immunizzato può contrarre il virus. In termini assoluti, in una nazione dove tutti sono protetti, il Covid colpirà di più per forza di cose chi si è protetto. Ma per capire se i vaccini funzionano bisogna sempre rapportare i nuovi casa alla giusta popolazione di riferimento. E i contagi tra chi non è vaccinato sono sempre percentualmente più alti.

I vaccini favoriscono le varianti?

"Le varianti, che sono un fenomeno casuale e statistico, si determinano quando il virus ha l’occasione di moltiplicarsi. Nel soggetto vaccinato questo non accade, o accade in misura enormemente inferiore. Quindi le varianti – spiega Ottavio Davini, radiologo primario alle Molinette e divulgatore scientifico – originano in larga prevalenza nei soggetti non vaccinati e molto meno nei vaccinati".