Vaccini, voglia di movida e ritorno in classe. Già immunizzato un milione di giovani

Dai 12 ai 19 anni è scattata la corsa alla prima dose. Tutti in fila agli open day e negli hub dei luoghi di vacanza

Vaccini, boom di prenotazioni tra i giovani

Vaccini, boom di prenotazioni tra i giovani

Boom di vaccinazioni tra giovani e giovanissimi. Dati alla mano, nell’ultimo mese a trainare la corsa verso gli hub è stata soprattutto la fascia d’età compresa tra i 12 e i 29 anni. Più di un milione di ragazzi tra i 12 e i 19, ha ricevuto la prima dose mentre sfiorano il milione e mezzo i nuovi immunizzati di età compresa i 20 e i 29. Tradotto in percentuale, al 63 per cento di questi ultimi è stato somministrato il vaccino per la prima volta e al 45 per cento anche la seconda. Cifre importanti, se si considera che gli italiani tra i 30 e i 39 con la prima dose si fermano al 59 per cento.

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A stimolare il desiderio dei giovani di essere immunizzati al più presto dal Covid 19 – testimoniato pure dall’alto tasso di adesione agli hub vaccinali allestiti nelle località turistiche – la voglia di tornare a viaggiare e di riappropriarsi di una piena socialità. Ma non solo.

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"Quello che li spinge – spiega Adelia Lucattini, psichiatra e psicoanalista, esperta di disagio giovanile – non è soltanto l’anelito alla discoteca, agli aperitivi o alla movida, ma l’esigenza autentica di ritrovare una piena condivisione con i coetanei, che passa anche attraverso il ritorno in aula, abbandonando definitivamente la prospettiva di un altro anno di didattica a distanza. I giovani si collocano tra coloro che hanno pagato il prezzo più alto del lockdown dovuto alla pandemia. C’è un grande bisogno di riprendere a frequentare in sicurezza gli amici, di vivere in gruppo e di riprendere a fare sport. Tra poche settimane tante attività ricominceranno e i ragazzi vogliono poterle fare in assoluta tranquillità".

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Sebbene i numeri siano ancora distanti da un obiettivo soddisfacente (tre minorenni su quattro non hanno ricevuto la prima dose), il confronto con altre fasce d’età parla chiaro: nella prima settimana d’agosto 285mila minorenni si sono presentati agli hub vaccinali contro i 55mila sessantenni.

Divario che preoccupa non poco il governo perché – stando all’ultimo report del commissario per l’emergenza Figliuolo – 2,2 milioni di over 60 devono ancora ricevere la prima dose, la maggior parte dei quali (1,2milioni) nella fascia compresa tra i 60 e 69. E restano da immunizzare 4,4 milioni di ultracinquantenni ritenuti più a rischìo di contrarre il Covid.

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"Una differenza che non mi sorprende – prosegue Lucattini –. I ragazzi hanno maturato una maggiore familiarità con i vaccini, se si pensa che tra i 12 e i 18 anni vengono sottoposti all’immunizzazione obbligatoria per alcune patologie tra cui tetano, pertosse ed epatite. Sono cresciuti con una maggior fiducia nella scienza, sono tecnologici e informati. Dal loro punto di vista farsi immunizzare per proteggersi da una malattia è un fatto naturale e nutrono meno paure e diffidenze rispetto ai 60enni, che durante la loro vita hanno ricevuto pochi vaccini di cui non hanno memoria o, peggio, conservano talvolta brutti ricordi".

In testa alle Regioni con più giovani tra i 16 e 19 anni immunizzati si collocano Abruzzo, Basilicata e Puglia, mentre tra i più piccoli il maggior numero di vaccinati si conta in Abruzzo, Emilia Romagna e Lombardia.

Anche in Sicilia e Sardegna, dove si registra al momento il minor numero di adesioni alla campagna vaccinale, si riporta una buona partecipazione degli under 20. Fanalino di coda Umbria, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Liguria e Toscana.