Venerdì 19 Aprile 2024

Ue impreparata Il cinico Erdogan se ne approfitta

Marta

Ottaviani

Un’Unione Europea impreparata ad accogliere le sfide del futuro e un leader cinico, pronto ad approfittarne. Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, periodicamente, allenta la stretta sui migranti che ospita sul suo territorio. In Turchia, solo i siriani sono oltre tre milioni. A questi si aggiungono afghani, iracheni e iraniani. Una presenza che Ankara all’inizio della guerra civile siriana, oltre dieci anni fa, aveva accolto con entusiasmo, sperando che avrebbe favorito un conflitto armato contro il presidente Assad. Ma è andata diversamente e i siriani, rimasti sul territorio turco, sono diventati un peso per le casse dello Stato e un problema da molti punti di vista. Così tanto che Erdogan, una volta capito che l’Europa non aveva una politica comune sull’immigrazione, ha accettato di tenerli all’interno del Paese a pagamento. Non solo.

I migranti con il tempo sono diventati una vera e propria arma di guerra non lineare. Sono state la Libia e soprattutto la Turchia a inaugurare questa pratica disumana, alla quale poco prima dell’inizio della guerra in Ucraina si è ispirata anche la Bielorussia. Ankara ha minacciato più volte direttamente una Ue impreparata alle sfide del futuro di riversare nel Vecchio continente decine di migliaia di disperati che hanno perso tutto, certi di trovare dall’altra parte un terreno fertile ad avanzare le due richieste. L’ultimo episodio importante in ordine temporale fu nel 2020, quando circa 10mila migranti furono ammassati sul confine di terra fra Turchia e Grecia. L’aumento di arrivi dalla rotta del mare potrebbe significare che Erdogan, che è sotto elezioni, è intenzionato a usare l’arma dei migranti per la campagna elettorale e, complice anche la situazione di emergenza data dal terremoto del 6 febbraio scorso, a fare nuove richieste all’Europa. Certo che Bruxelles accetterà, come sempre sulla pelle dei più disperati.