Tutor, viaggio nei laboratori che controllano gli impianti

Sono tre in tutta Italia, concentrati in Toscana. Ecco quando sono valide le multe

Un tratto autostradale controllato dal Tutor

Un tratto autostradale controllato dal Tutor

Roma, 29 agosto 2019. Ma come facciamo a essere certi che Tutor e Autovelox abbiano preso bene le misure della nostra velocità? Chi ci assicura che con il tempo per usura o guasti non ci siano errori? In altre parole, chi ci dice che il sistema sia affidabile? Il garante si chiama Accredia, “associazione privata senza scopo di lucro nata nel 2009” che “opera sotto la vigilanza del ministero dello Sviluppo Economico” e “svolge un’attività di interesse pubblico a garanzia delle istituzioni, delle imprese e dei consumatori”, è l’autopresentazione sul sito.  Accredia - ente unico nazionale di accreditamento designato dal governo - fa l’esame e rilascia la patente ai laboratori che tengono in ordine gli strumenti. Per il Tutor, sono appena tre in tutta Italia. Il viaggio inizia e finisce in Toscana, dove si concentrano anche i costruttori delle macchinette. L’ultimo arrivato è Autostrade Tech di Firenze (da luglio dell’anno scorso, fino al 2022); gli altri sono EngiNe – l’azienda senese del Tutor PlateMatching - e Tesi, srl aretina, la prima che storicamente è entrata nel settore con l’accreditamento per gli Autovelox, era il 1997.

Verifica e taratura non sono una scelta ma un obbligo. Lo ha stabilito la Corte Costituzionale nel 2015: quel passaggio almeno annuale in officina da allora è diventato indispensabile per l’efficacia delle multe. Dopo due anni e molte sentenze dei giudici di pace - vincevano sempre automobilisti sprint che si appellavano a quella carenza - se n’è accorta anche la politica (decreto del Mit, 13 giugno 2017). Accredia, fino a quel momento, si occupava solo di Autovelox. Ha quindi dovuto allargare le sue competenze. Che già spaziavano molto. "Ogni anno, oltre 170 laboratori accreditati rilasciano sul mercato nazionale più di 100mila certificati in una molteplicità di settori, come quello sanitario, ottico, della saldatura, della meccanica di precisione, dell’inquinamento ambientale e acustico e della meteorologia", informa l'associazione.

Ma come si ottiene la 'patente'? “Le regole sono sempre le stesse, valgono per i termometri le bilance o i Tutor – chiarisce Rosalba Mugno, ingegnere di Accredia, direttrice del dipartimento laboratori di taratura –. Essere accreditati significa avere un attestato di competenza per l’attività svolta. Per conseguirlo, bisogna seguire comportamenti precisi, previsti da una norma internazionale”. Sui Tutor la verifica è doppia, “bisogna avere due informazioni fondamentali, perché la velocità media non è altro che il rapporto dello spazio percorso nel tempo che s’impiega a percorrerlo”. Con Autostrade Tech - società fiorentina nata nel 2009 come spin off tecnologico del gruppo Atlantia -, Aspi di fatto tara i Tutor in casa. Ma la terzietà, sostiene Mugno, è garantita perché “il costruttore in fase di accreditamento propone una serie di contromisure al rischio del conflitto d’interesse. In particolare, chi esegue le tarature deve avere responsabilità diverse da chi installa. Esistono paletti imposti dalla norma che devono essere rispettati dai laboratori”. Infine: quanto tempo serve per controllare un Tutor? “Dipende dalle tecniche - premette Mugno -, dall’attrezzatura del laboratorio, dalla lunghezza della tratta, se era già stata tarata o no. Ma non posso fornire dettagli, tutto questo è coperto da segreto”.