Giovedì 25 Aprile 2024

Testimoni dell’attacco Lo strazio degli italiani "Il rombo, la sparatoria poi il sangue sull’asfalto"

L’amico della vittima non si dà pace: "Era appena arrivato, è successo tutto in un attimo". I sopravvissuti sono atterrati ieri sera a Roma. Uno dei due feriti è della Bergamasca.

Testimoni dell’attacco  Lo strazio degli italiani  "Il rombo, la sparatoria  poi il sangue sull’asfalto"

Testimoni dell’attacco Lo strazio degli italiani "Il rombo, la sparatoria poi il sangue sull’asfalto"

di Giovanni Rossi

ROMA

Il muro di telecamere si sgretola alle 19.51. Il volo AZ 00807 da Tel Aviv con a bordo i sopravvissuti dell’attentato terroristico di venerdì notte, costato la vita al 35enne romano Alessandro Parini e il ferimento di altre sette persone tra cui due britannici e due italiani, è ormai al finger da 50 minuti, in largo anticipo sull’orario di arrivo. Ma i testimoni della tragedia sul lungomare – con un’auto lanciata a folle velocità contro le persone – non transitano al gate del terminal 3 presidiato da media, polizia e guardia di finanza. Raggiunti da familiari e personale della Farnesina, gli scampati alla morte vengono fatti uscire con discrezione dal Leonardo Da Vinci. Vuole ascoltarli per prima la procura di Roma che indaga – a sua volta – sull’omicidio del 35enne avvocato romano. Importante sarà anche il ricordo del 38enne bergamasco Roberto Nicoli, germanista universitario a Milano e a Bergamo, uno dei due feriti trasportati in ospedale e operato per la frattura ad un arto.

L’unica testimonianza dal vivo arriva così da Tel Aviv. A consegnarla è un amico storico di Alessandro davanti a un caffè nell’hotel dietro la ‘Tayelet’, la passeggiata che costeggia il mare e arriva al punto dove l’arabo israeliano Yusef Abu Jaber ha trasformato la sua auto in un’arma. Nell’albergo tutti sono scossi, anche la proprietaria: "Noi israeliani sappiamo che tutto questo fa parte della nostra vita, ma capiamo che per i turisti sia troppo". L’amico, con il groppo in gola, rievoca la manciata di ore tra l’atterraggio della comitiva al Ben Gurion e la morte di Alessandro. "Una volta sistemati in hotel – spiega indicando un posto quasi di fronte –, siamo andati a farci un aperitivo in quel bar laggiù. Poi ci siamo incamminati verso il lungomare per raggiungere Giaffa dove dovevamo cenare in un ristorante con altri amici". La commozione aumenta. "Stavamo camminando sul lungomare quando abbiamo sentito il rumore dell’auto che ci passava accanto". Un attimo dopo gli spari della polizia e la scoperta: "Alessandro steso a terra nel sangue", vittima dell’impatto.

Da qui in poi la sequenza diventa asfissiante. L’arrivo delle ambulanze. La corsa in ospedale. La notizia terribile. "Alessandro era un ragazzo normale. Non posso credere a tutto questo. Poco più in là, tre ragazze della comitiva restano in silenzio, affrante. La famiglia di Abu Jaber – l’uomo alla guida della Kia poi ribaltatasi – nega però ogni volontà omicida e prova ad accreditare l’ipotesi di "un colpo di sonno" del proprio congiunto dopo lunghe veglie per la morte di un parente. Abu Jaber sarebbe anche rimasto molto colpito dalle immagini delle irruzioni israeliane nella moschea di al-Aqsa. Polizia e Shin-bet confermano l’indagine per terrorismo. Solo la prova di un guasto auto potrebbe modificare il quadro.

Il giorno dopo sul lungomare di Tel Aviv ci sono lumini, fiori e una bandiera italiana accanto a quella israeliana. Un giovane israeliano, avvocato come la vittima, posa sulla bandiera il cellulare da cui esce l’inno di Mameli. Anche la manifestazione di protesta contro la riforma della giustizia promossa dal premier Benjamin Netanyahu ricorda il sangue appena versato. Noa, la più celebre cantante israeliana, anche interprete musicale del capolavoro di Roberto Benigni La vita è bella, sale sul palco e afferma: "Stiamo piangendo con gli amici e la famiglia di Alessandro Parini, vittima del terrorismo e della situazione in Israele". Sul maxischermo della manifestazione campeggia la scritta We stand together, con le bandiere, israeliana, italiana e britannica. E mentre la Farnesina continua ad assicurare massima assistenza alla famiglia di Parini, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella esprime la sua esecrazione per il vile atto terroristico e sentimenti di cordoglio e vicinanza a familiari e amici della vittima. Cordoglio anche dalle Comunità ebraiche.