Terza dose a tappeto per gli over 80 Ma i sanitari devono aspettare

Il parere del Cts: per ora richiamo solo a medici e infermieri considerati più a rischio. Ok anche per le Rsa

di Alessandro Farruggia

Via libera alla vaccinazione di ospiti delle Rsa, degli ultraottantenni, degli ultrafragili e del personale sanitario più a rischio, vuoi per collocazione lavorativa (reparti Covid e pronto soccorso), età (tutti gli over 60) e fragilità (presenza di patologie). Dopodiché – tra fine 2021 e inizio 2022 – ragionevolmente (la decisione non è stata ancora formalmente presa) si passerà alle persone tra 70 e 79 anni. Al momento resta in stand by la fascia tra i 60 e 69 anni al pari dei sanitari meno a rischio.

Questa la posizione del Cts, che ieri ha risposto ai quesiti del ministero della Sanità. Nelle prossime ore sono attese le linee guida del ministero, con una nuova circolare che servirà alle Regioni per organizzare le nuove somministrazioni per le quali c’è ampia disponibilità di vaccini Pfizer e Moderna, gli unici che saranno utilizzati. Il Commissario per l’emergenza Francesco Figliuolo da parte sua ha già fatto sapere che una volta definita la popolazione target verranno "aggiornati i sistemi informatici e comunicata la data dalla quale sarà possibile avviare per tutto il territorio nazionale la somministrazione delle dosi aggiuntive". Ragionevolmente nella seconda metà di ottobre.

Dal 20 settembre era già scattata – dopo l’ok del Cts e dell’Aifa – la somministrazione della terza dose agli immuno-compromessi, persone con patologie auto immuni, trapiantati e pazienti oncologi. Adesso i numeri si innalzeranno notevolmente dato solo gli ultraottantenni sono 4.5 milioni di persone e gli ospiti delle Rsa 350 mila.

Scontata la decisione su Rsa e ultraottantenni, ha destato qualche sorpresa che il Cts abbia deciso di dare disco verde alla vaccinazione solo di una parte dei sanitari. La scelta, spiegano fonti del comitato, è motivata dal fatto che non ci sarebbe urgenza e che, tranne alcuni, non si tratta di soggetti fragili. "È chiaro che ultraottantenni e ospiti delle Rsa – osserva Filippo Anelli, presidente della federazione degli ordini dei medici (Fnomceo) – sono i più a rischio, quindi la scelta è comprensibile. Per i sanitari, i vaccini per ora sembrano funzionare bene, ma è opportuno continuare il monitoraggio: se la curva dovesse salire allora sarebbe fondamentale fare la terza dose a tutti gli addetti ai lavori". "Si è trovata una soluzione di compromesso – dice Alessandro Vergllo, presidente degli anestesisti dell’AaroiEmac – ciò non toglie che la terza dose per i sanitari sia nei prossimi mesi una oggettiva necessità". "Giusta la scelta del Cts – osserva Barbara Mangiacavalli, presidente degli infermieri del Fnopi – ma non bisogna dimenticare gli operatori sanitari. Il governo dovrà considerare anche per loro, nei tempi e modi decisi dalla scienza, la terza dose".

In attesa che nei prossimi giorni si stili il calendario delle somministrazioni alle nuove categorie più a rischio, il governo sta lavorando a un nuovo decreto, che dovrebbe intervenire su limiti di capienza in cinema e teatri, affrontare il nodo delle discoteche, la gestione delle quarantene nelle scuole in caso di positività di uno studente, il rifinanziamento della quarantena dei lavoratori per continuare ad equipararla alla malattia fino alla fine dell’anno. L’orientamento del Cts, che ne riparlerà lunedì, sarebbe quello di alleggerire le misure, seppur con gradualità e autorizzando capienze diverse a seconda dei contesti.