Mercoledì 24 Aprile 2024

Scatti d’ira e accuse Ora volano gli stracci

Migration

Forse ci sarà il "riscatto". Forse il centrodestra e in particolare Matteo Salvini usciranno vittoriosi da questo momento complicato, ma quello che ha passato ieri la coalizione è stato forse il momento più difficile dall’inizio della legislatura. Soprattutto per i rapporti interpersonali tra i leader che sempre ieri, a giudicare dai "siparietti d’ira" che si sono manifestati nel Transatlantico di Montecitorio hanno raggiunto il punto più basso. Esemplificativo – solo per dirne una – l’incrocio nel corridoio dei passi perduti della Camera tra due dei protagonisti di questi giorni. Scuro in volto, Ignazio La Russa, numero due di Fratelli d’Italia, ha apostrofato Giovanni Toti, presidente ligure, dopo la debacle del voto su Elisabetta Casellati: "Stai andando alla buvette a festeggiare?". Lui ha replicato con una smorfia dietro la mascherina, allargando le braccia: "Ma no, dopo di voi…". Quindi ha provato a stemperare: "Mica ce li abbiamo noi i 70 voti che mancano". 71, per la cronaca. L’ex ministro della Difesa, punto sul vivo, lo ha fulminato: "No, infatti, la metà".

Ma non c’è stato solo un match Toti-La Russa. Ci si sono messi anche Coraggio Italia e il suo leader, Luigi Brugnaro; a lui vengono imputati 32 dissidenti, e il sindaco di Venezia ha fatto imbufalire tutti con la sua sentenza dopo l’affondamento della Casellati: "Adesso c’è solo Draghi".

Davanti a questo scenario, si poteva osservare Gaetano Quagliariello scuotere il capo, ormai arreso davanti all’ineluttabilità dei fatti: "L’avevo detto alla Casellati che noi non saremmo stati in grado di garantirle il pieno dei consensi, ma lei ha voluto lo stesso che si contassero i voti sul suo nome: così va poi a finire se l’aritmetica prende il posto della politica". E non solo nel centrodestra.

Elena G. Polidori