Milano, 25 febbraio 2024 – Rosa Bazzi? Chi l’ha vista o anche solo intravista la descrive curata nell’aspetto, di ottimo umore. La donna che con il marito Olindo Romano sconta una condanna al carcere a vita per la strage di Erba esce ogni giorno dal carcere di Bollate per lavorare in una cooperativa sociale nell’hinterland di Milano. A riprenderla sono state le telecamere di "Quarto Grado".
Perché Rosa Bazzi esce dal carcere
Quello della Bazzi non è un riconoscimento premiale: è stata ammessa al lavoro esterno in base all’articolo 21 dell’ordinamento penitenziario. La nuova vita sarebbe iniziata ai primi dell’anno. Quasi all’alba di ogni mattina un’auto o un pulmino della cooperativa l’attende al cancello dell’istituto di pena (a differenza di altri detenuti, non ha la patente di guida) per condurla sul posto di lavoro, una cooperativa che opera nell’ambito sanitario.
Come è vestita
A ogni uscita, l’aspetto è di una persona che non si trascura. Due paia di occhiali, uno sulla fronte e uno sul naso. Capelli a caschetto. Trucco leggero con un filo di rossetto. Una grossa borsa. Un poncho e altri maglioni. Stivaletti neri che alterna alle scarpe. Un trasferimento di una quindicina di chilometri e intorno alle 7.15 è attesa nelle sede della cooperativa, una palazzina autonoma tinteggiata in marrone.
Clicca qui se vuoi iscriverti al canale WhatsApp di Qn
Il lavoro nella cooperativa
Prima occupazione della giornata quella di smaltire la spazzatura. Esegue rapidamente l’operazione di portare fuori i sacchi, lanciando intorno, di tanto in tanto, qualche occhiata guardinga. Anche se la zona è residenziale, piuttosto frequentata e nei pressi di un parco, finora non è accaduto che la riconoscessero. Sempre sorridente, tiene un atteggiamento cameratesco, anche scherzoso, con i colleghi. Rientrata nei locali della cooperativa, si dedica alle pulizie. Come un ritorno a un tranquillo, anonimo passato. Era il suo lavoro prima di finire in carcere, molto apprezzato dalle signore di Erba che la stimavano come colf precisa e meticolosa. Alle cinque del pomeriggio rientra in carcere come tutti i detenuti che lavorano all’esterno. Così da lunedì a venerdì.
Dopo 17 anni di carcere
Oggi Bazzi ha 60 anni, all’epoca dei fatti ne aveva 43. Fermati l’8 gennaio del 2007, lei e il marito, un netturbino, confessarono di essere gli autori della strage compiuta un mese prima, la sera dell’11 dicembre, in un grande condominio di via Diaz a Erba: a coltellate e sprangate furono massacrati Raffaella Castagna, il suo bambino Youssef di due anni e mezzo, Paola Galli, madre di Raffaella, la vicina Valeria Cherubini.
Il processo di revisione: colpevoli o innocenti?
Mario Frigerio, marito della Cherubini, venne gravemente ferito ma sopravvisse. Il 10 ottobre del 2007, davanti al gup di Como che doveva decidere se mandarli a processo, Olindo ritrattò la confessione e si dichiarò innocente. Anche la moglie ritirò le dichiarazioni. La condanna all’ergastolo è definitiva. Ma questa saga giudiziaria riserva l’ennesimo finale. Venerdì i Romano (l’uomo è nel carcere di Opera) saranno davanti alla Corte d’appello di Brescia per il processo di revisione.