Rientro a scuola e Covid, il governo insiste per il 10. Ma cresce il fronte della Dad

Il ministro Bianchi: "Nessun ripensamento". I presidi: "Ritorno in presenza solo dal 31". De Luca: "In Campania elementarie e medie non riaprono". Anche l'ordine dei medici per la didattica a distanza. Zaia: "Impossibile fare il tracciamento"

Roma, 7 gennaio 2022 - Braccio di ferro sul ritorno a scuola in presenza. A pochi giorni dalla data X che sancisce la fine delle vacanze natalizie, il ministro Patrizio Bianchi conferma la linea del governo. "Nessun ripensamento sul ritorno a scuola in presenza", dice il titolare dell'Istruzione rispondendo così all'appello firmato da oltre 1.500 presidi che chiedevano di posticipare di due settimane (restando in Dad) il rientro tra i banchi fissato per lunedì 10 gennaio

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Richiesta giustificata dalla necessità di vaccinare tutti gli alunni. "Abbiamo approvato un dispositivo equilibrato e graduato, raccogliendo tutte le esigenze per avere una scuola in presenza e in sicurezza", dice però Bianchi spiegando che "i ragazzi delle classi superiori sono vaccinati per il 75% con prima dose e all'84% con seconda dose. Appena abbiamo avuto la disponibilità da parte delle autorità europee, abbiamo vaccinato i bambini. I nostri ragazzi sono per 3/4 coperti a livello vaccinale. E stiamo continuando a vaccinare, perché questa è la strada".

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Ma sulla riapertura il dibattito resta acceso, con il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, che tira dritto. Nonostante le indicazioni del governo, infatti, il presidente della Regione, anticipando con una nota l'ordinanza numero 1 del 2022, si legge che "con decorrenza dalla pubblicazione del presente provvedimento e fino al 29 gennaio 2022 è disposta la sospensione delle attività in presenza dei servizi educativi per l'infanzia di cui all'articolo 2 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65, e dell'attività scolastica e didattica in presenza della scuola dell'infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado. Nel frattempo, il ministero dell'Istruzione ha convocato i sindacati della scuola domani mattina, alle 10, per un'informativa sulle nuove regole per la gestione dei casi di positività previste dal decreto legge approvato lo scorso 5 gennaio. Lo rendono noto fonti dello stesso ministero.

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Presidi e medici per la Dad

"L'unica preoccupazione del governo è legata ai lavoratori che non sanno dove lasciare i figli - incalza però Antonello Giannelli, presidente dell'Associazione nazionale presidi, intervenendo su adio Cusano Campus -. La scuola viene considerata solo un servizio sociale, tutto il resto è contorno e marginale. Bisognerebbe tornare in presenza il 31 gennaio e nel frattempo vaccinare, distribuire le mascherine ffp2 e organizzare il tracciamento".

Ma i dirigenti scolastici non sono i soli a chiedere un rinvio, anche gli esperti si schierano per la Dad. La Fnomceo (Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri) chiede di posticipare l'apertura di 15 giorni, recuperando poi a giugno. "Le misure messe in atto dal Governo sono importanti, ma potrebbero non essere sufficienti per arginare il diffondersi dell'epidemia - dice il presidente Filippo Anelli -. I due anni trascorsi ci hanno insegnato che una misura davvero efficace è quella di limitare, in vista del picco, i contatti tra le persone. La riapertura delle scuole, in un momento in cui gli studenti hanno appena iniziato a vaccinarsi o a fare i richiami, a seconda delle fasce d'età, ci preoccupa, così come preoccupa i presidi. Per questo chiediamo uno stop di 15 giorni, da recuperare poi a giugno, quando dovremmo essere fuori dall'emergenza".

"Vista la situazione potrebbe essere necessario immaginare qualche misura più stringente tra cui il ritorno a scuola in dad invece che in presenza e una serie di interventi, tra cui anche dei lockdown, magari mirati sui territori messi peggio", dice il virologo Fabrizio Pregliasco, docente dell'università Statale di Milano. Sulla stessa linea anche Massimo Galli, che dà ragione ai presidi. "I numeri delle infezioni sui bambini sono impietosi. Il tasso di vaccinazione è ancora basso e poi ci sono i non vaccinabili.", spiega l'infettivologo".

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Zaia: "Tracciamento impossibile"

A preoccupare, soprattutto le amministrazioni, è il tracciamento dei contatti. "E' il caos, le norme sul contact tracing e sul testing non funzionano, sono inapplicabili - dice il governatore veneto Luca Zaia -. Ai genitori diciamo già che non siamo in grado di far fronte a questa fase di testing, tutte le regioni sono allo stremo e una giornata con 18mila contagiati prevederebbe 18mila telefonate di contact tracing che moltiplicate per almeno una decina di contatti stretti significa 180mila persone da contattare in un giorno. Impossibile". "Se aggiungiamo la mancanza di docenti, quelli in quarantena, in malattia e i non vaccinati - sottolinea Zaia - pare chiaro che il 10 gennaio avremo una situazione per cui molte scuole resteranno chiuse o in Dad perché senza altre soluzioni". 

Campania: elementari e media non riaprono

Il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, annuncia che nella sua regione non riapriranno le scuole medie ed elementari. Decisione che, però, il governo intende impugnare secondo quanto hanno fatto sapere fonti di Palazzo Chigi. "Con i dati che abbiamo, ci sono 3000 positivi nel personale scolastico e 19mila positivi nella fascia 0-19 anni - spiega il governatore -. La percentuale di vaccinazione che registriamo al di sotto delle prime medie e nelle scuole elementari è meno del 10%". "I sindaci ci invitano a ritardare di due settimane e i presidi ci hanno detto che non sono in condizioni di garantire in sicurezza la riapertura delle scuole. Siamo in questa situazione assurda, anche perche' i presidi non possono sapere quali sono le persone vaccinate o non vaccinate nel personale per motivi di tutela della privacy", prosegue De Luca. In effetti in Campania già alcuni sindaci avevano già deciso di posticipare il rientro in classe e partire con la Dad: è il caso, ad esempio, di Casalbore (Avellino), dove le lezioni in presenza riprenderanno il 20, e di Ottaviano (Napoli), dove invece si ricomincia il 17 gennaio.

Pressing da parte dei sindaci anche in Sicilia. "Ricevo da centinaia di sindaci e da moltissimi presidi sollecitazioni per rinviare la ripresa delle attività scolastiche", dichiara il presidente Nello Musumeci, spiegando di aver scritto al premier Mario Draghi "rappresentando la gravità della situazione e ribadito le stesse perplessità da noi espresse nel confronto Stato-Regioni dei giorni scorsi. Valuteremo attentamente nelle prossime ore l'evolversi del contagio per valutare eventuali ulteriori provvedimenti".