
Rapina nella villa di Baggio. Il campione ferito e sequestrato mentre guarda Spagna-Italia. Quaranta minuti di terrore
Un’azione fulminea, violenta, che avrebbe potuto avere conseguenze ancor più gravi. La rapina nella villa di Roberto Baggio sulle colline di Altavilla Vicentina ha sconvolto la comunità nella quale il Pallone d’Oro 1993 vive da 15 anni, lui originario di un altro centro della provincia, Caldogno, dove è nato il 18 febbraio 1967. A colpire è stata una banda di almeno cinque persone, probabilmente cittadini dell’Est Europa. Non sarebbe la prima volta: i raid nelle ville del Veneto sono stati frequenti in questi anni anche ai danni di industriali come i Benetton e gli Schiavon, anche se mai si è più raggiunto il culmine della tragedia come quando il 21 agosto 2007 a Gorgo al Monticano (Treviso), furono uccisi a botte i due anziani coniugi – Guido Pellicciardi e Lucia Comin – che custodivano la villa di ricchi proprietari.
L’assalto al casale di Baggio è avvenuto poco prima delle 22 di giovedì. Il "Divin Codino" stava guardando Spagna-Italia in compagnia della moglie, Andreina Fabbi, e dei tre figli: Valentina, 34 anni, Mattia, 30, Leonardo, 19; con loro la suocera ottantenne dell’ex calciatore. I banditi erano armati, sembra che abbiano pronunciato poche parole in una lingua slava o russa, ma hanno usato molto le mani e anche il calcio di una pistola con il quale il campione è stato colpito alla testa: Baggio in un impeto di disperazione e orgoglio ha tentato di fermare i banditi e salvare la famiglia. I familiari non avrebbero reagito atterriti dalla paura e sotto la minaccia degli altri banditi, ma sono in stato di choc soprattutto la suocera. Baggio è stato accompagnato all’ospedale di Arzignano dove il profondo taglio alla fronte è stato suturato con alcuni punti ed è poi potuto tornare nella notte a casa. Il fatto che i banditi fossero armati dimostra che erano disposti a tutto.
Vinta la resistenza del padrone di casa, i cinque lo hanno chiuso a chiave assieme a moglie, figli e suocera in uno stanzino: quaranta minuti di prigionia durante i quali la banda ha razziato ciò che ha potuto, anche se un’esatta stima del bottino non è stata ancora possibile. Comunque denaro, preziosi e altri oggetti anche di valore affettivo sono stati portati via. Quando ha capito che la banda si era dileguata e non c’era più pericolo per i familiari, Baggio ha sfondato a calci la porta e si è trovato di fronte ai locali devastati. Ha chiamato i soccorsi e così i carabinieri del Nucleo Investigativo di Vicenza si sono messi al lavoro.
Le prime indagini devono risolvere l’enigma su come i cinque sono entrati nella proprietà e quindi nella villa. Giovedì faceva caldo anche alle 22 e sembra che le finestre fossero aperte. Le telecamere di sorveglianza, subito acquisite dagli investigatori, potrebbero fare luce sugli eventi. Ieri mattina i carabinieri hanno perlustrato di nuovo la tenuta agricola circostante la villa, accompagnati da Baggio stesso, per cercare tracce e per capire anche con quali mezzi la banda si sia mossa. C’è la possibilità, ventilata da alcuni proprietari vicini fra cui l’ex sindaco, che nei giorni scorsi ci fossero state perlustrazioni di sconosciuti in zona; sarebbe stato visto almeno un mezzo che bazzicava nel luogo. Che poi la banda abbia agito anche sapendo che la famiglia fosse in casa dimostra o il disperato bisogno di soldi o una spregiudicatezza criminale.
Ieri pomeriggio Baggio, accompagnato dal figlio Mattia, è di nuovo uscito dalla proprietà per recarsi dai carabinieri ai quali ha reso altre dichiarazioni. La notizia ha fatto il giro del mondo: l’ex giocatore della Nazionale – bronzo a Italia ‘90 e vice campione del mondo nel 1994 negli Stati Uniti – e di Vicenza, Fiorentina, Juventus, Milan, Bologna, Inter e Brescia, resta un’icona.