
Il cardinale brasiliano Leonardo Steiner, classe 1950, arcivescovo di Manaus
Il tema dei preti sposati non è stato affrontato dal Sinodo dei vescovi sulla sinodalità. Si è scelto di scongiurare argomenti polarizzanti il dibattito e la questione, sollevata a gran voce nel corso dell’assemblea dedicata all’Amazzonia nel 2019, questa volta ha pagato dazio al convitato di pietra dell’ultima assise episcopale conclusa in questi giorni: il diaconato per le donne. Ma non per questo il cardinale brasiliano Leonardo Steiner, arcivescovo di Manaus, in Brasile, considera chiusa la partita dei viri probati, l’ordinazione presbiterale di uomini di provata fede, anche coniugati. Proprio nel corso di uno dei briefing con la stampa in Vaticano, l’alto prelato, che ha preso parte all’assemblea sulla sinodalità, non ha esitato a ricordare la situazione complessa in cui opera il clero nel suo territorio “Noi abbiamo circa mille comunità e 172 presbiteri. Come possiamo lavorare con tutta la comunità? Non si tratta solo dell’Eucaristia, ma della vita sacramentale delle comunità“, è la riflessione di Steiner.
Eminenza, che cosa l’ha spinta a parlare dei viri probati dopo che il Papa, nell’esortazione ‘Querida Amazzonia’, successiva al Sinodo del 2019, non ha recepito la richiesta della maggioranza dei sinodali di ordinari al sacerdozio anche uomini sposati?
"ll tema non è stato rilanciato in quest’ultimo Sinodo. Era stata l’assemblea sull’Amazzonia a chiedere l’ordinazione dei viri probati. In ‘Querida Amazônia’ papa Francesco ha assunto il documento finale di quell’assemblea, senza affermare l’ordinazione in rito latino per la regione amazzonica. Noi in Amazzonia siamo in profonda comunione con il Pontefice, con Pietro“.
Quindi nessuna delusione?
"Nessuna. L’esortazione ci ha incoraggiato e continua ad incoraggiarci ad essere la presenza del Regno di Dio nel mondo; ad essere una Chiesa che cerca di essere profondamente incarnata e quindi inculturata, tenendo conto della vita delle comunità, sottolineando la necessità di ritrovare la possibilità di una presenza sacramentale per la nostra gente con maggior frequenza. La riflessione continua, non è finita“.
Lei al briefing ha precisato anche che nella sua diocesi avete già di fatto delle donne diacone: se fossero ordinate diacone, sarebbe d’accordo?
“La partecipazione dei laici alla vita della Chiesa in Amazzonia è decisiva e ammirevole. Possiamo dire che soprattutto le donne hanno una presenza determinante. Nelle comunità, oltre ad essere animatrici e coordinatrici, le riuniscono per la celebrazione domenicale e predicano alla Celebrazione della Parola. Nelle realtà sociali lontane sono loro a celebrare il battesimo e ad essere testimoni nei matrimoni. Per quanto riguarda l’ordinazione delle diaconesse, abbiamo un gruppo di studio che sta cercando gli elementi giusti per aiutare la Chiesa nel cammino“.