Sabato 7 Giugno 2025
REDAZIONE CRONACA

Pomezia, scritte antisemite davanti a due scuole

Il ministro Azzolina: "Razzismo e antisemitismo non entreranno mai a scuola". La Comunità ebraica: "Non ci lasciamo intimidire ma ora serve reprimere"

Le scritte antisemite comparse davanti a scuole di Pomezia (Twitter)

Pomezia (Roma), 12 febbraio 2020 - Ancora scritte antisemite. L'ennesimo caso si è registrato a Pomezia, in provincia di Roma. Frasi violente contro gli ebrei sono comparse di fronte all'ingresso di due scuole superiori, il liceo Pascal e  l'istituto Largo Brodolini. "Un atto gravissimo che condanno a nome di tutta l'Amministrazione comunale - commenta il sindaco Adriano Zuccalà -. Spero si possa far luce quanto prima sugli autori di questo vile gesto". Il primo cittadino, che ha fatto ripulire gli edifici dagli addetti del Comune, si dice "rammaricato e indignato" per l'accaduto. Succede, forse non a caso, "a pochi giorni dalla Giornata della memoria, e nella giornata di oggi in cui proprio l'Istituto Brodolini organizza un incontro che vede ospite Gabriele Sonnino, testimone di quella pagina buia della nostra storia". Questo, aggiunge Zuccalà, "ci spinge a lavorare ancora di più con le scuole per trasmettere alle nuove generazioni una memoria collettiva che è il messaggio di chi c'era e il ricordo vivo di una comunità che difende i diritti umani". 

Sulla vicenda interviene prontamente anche la ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina. Quanto successo a Pomezia è "vergognoso", tuona la ministra su Twitter: "Lo considero un attacco alla scuola e al suo ruolo educativo. Sono già in contatto con i dirigenti scolastici. Razzismo e antisemitismo non entreranno MAI a scuola". 

Comunità ebraica di Roma: ora serve reprimere

Per la presidente della Comunità Ebraica di Roma l'episodio di Pomezia è "ancora più grave in quanto viola la sacralità di un luogo di istruzione". Sonno "scritte vili - continua Ruth Dureghello  - segno di una violenza che diventa sempre più palese e arrogante". Per questo "non basta più una risposta solo culturale, serve intervenire per reprimere. Evidentemente bisogna accompagnare l'azione culturale con un'azione investigativa e repressiva per isolare e colpire chi alza il livello della provocazione. Non ci lasciamo intimidire, continueremo ad andare nelle scuole a tramandare la memoria".