Venerdì 10 Maggio 2024
ALBERTO PIERI
Cronaca

Non ce l’ha fatta il bimbo caduto nel pozzo

Rayan, 5 anni, ieri è stato riportato in superficie dopo cinque giorni. Fino all’ultimo aveva dato segnali di vita. Le condoglianze del re

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di Alberto Pieri

RABAT

Il piccolo Rayan, il bimbo di 5 anni finito in un pozzo nei pressi di un villaggio nel Nord del Marocco, non ce l’ha fatta. Il miracolo che ha tenuto il Paese interno e non solo con il fiato sospeso, non si è compiuto. Dopo cinque giorni, i soccorritori lo hanno raggiunto grazie a un tunnel scavato parallelamente al pozzo e lo hanno portato fuori. Ma il bambino, che fino all’ultimo era rimasto vigile, non rispondeva più. Un’ambulanza era pronta all’imboccatura del tunnel per trasferirlo verso un elicottero per il volo verso l’ospedale.

La disperata contro il tempo è terminata ieri intorno alle 21.30: all’imboccatura del tunnel i soccorritori hanno fatto avvicinare i genitori del bambino e hanno chiamato una barella. Il segnale che l’epilogo era ormai vicino. Purtroppo tutto è risultato inutile. Rayan è rimasto incastrato a 32 metri di profondità oltre 100 ore, inghiottito da una cavità strettissima, in alcuni punti di soli 20 centimetri di diametro. Ha lottato per rimanere vivo, mentre l’intero Marocco ha seguito in diretta i soccorsi. Un po’ come fece l’Italia nel 1981 con Alfredino, il bambino precipitato in un pozzo artesiano a Vermicino (Roma) il 10 giugno e morto dopo tre giorni. Rayan ha resistito due giorni in più.

A Tamrout, vicino a Chefchauen, l’immensa operazione di salvataggio ha scandito, tra le mille difficoltà, i rischi di smottamento, le speranze e le preghiere di centinaia di curiosi, lunghissime giornate in cui i soccorritori non si sono mai dati per persi. A cominciare da Ali El Jajaoui, arrivato da Erfoud: quell’uomo che di professione fa lo specialista di pozzi, appena appresa la notizia del bimbo, è subito partito dal sud del Paese per raggiungere il villaggio di Rayan. E ha scavato per ore e ore a mani nude dopo che un imponente lavoro di 5 escavatori aveva aperto una voragine che ha permesso di arrivare al bambino. E consentito di realizzare una via di fuga attraverso la posa di tubi posizionati orizzontalmente.

Rayan, dopo essere caduto nel pozzo scavato dal padre e coperto con legna e plastica martedì, aveva retto abbastanza bene in questi giorni in cui i soccorritori hanno calato nel buco un tubo per fornirgli l’ossigeno. Aveva chiesto acqua, mangiato qualcosa e ascoltato via radio le parole del padre, Khaled. Le ultime, purtroppo. Anche il re del Marocco, Mohammed VI, ha rivolto un messaggio di condoglianze alla famiglia del piccolo.