Giovedì 5 Dicembre 2024
NINO FEMIANI
Cronaca

Morta a 22 anni per rifarsi il naso. Due medici indagati, mancano i referti

La ragazza siracusana aveva trovato il chirurgo su TikTok. Si era sentita male dopo l’anestesia. Nel video del fidanzato si vede il tentativo di rianimazione. Sigilli all’ambulatorio, privo di insegna.

Morta a 22 anni per rifarsi il naso. Due medici indagati, mancano i referti

Margaret Spada, 22 anni, originaria di Lentini, nella provincia di Siracusa, era arrivata nella Capitale il 4 novembre assieme al fidanzato per effettuare l’intervento

Ventiduenne morta dopo un intervento al naso a Roma, indagati due medici. L’inchiesta procede spedita e il pm Erminio Amalio, che ha già aperto un fascicolo per omicidio colposo, dispone il sequestro dello studio medico all’Eur che Agata Margaret Spada aveva scelto grazie a un’inserzione sponsorizzata su Tik Tok. Gli investigatori sequestrano anche la cartella clinica all’ospedale Sant’Eugenio dove la ragazza era stata portata in gravissime condizioni ed è deceduta il 7 novembre, dopo tre giorni di agonia. La giovane, originaria di Lentini, in provincia di Siracusa, si era recata il 4 novembre nella Capitale per sottoporsi a un banale intervento di rinoplastica, spinta dalle promesse di una clinica molto attiva sui social che garantiva "interventi mini invasivi e senza cicatrici".

Le indagini hanno subito messo in evidenza diverse irregolarità all’interno del centro medico, ora posto sottochiave dai Nas. Secondo quanto emerge, non c’era alcuna refertazione relativa all’intervento: niente cartella clinica, nessuna traccia del consenso informato firmato dalla paziente, né una documentazione completa e aggiornata. Inoltre, pare che la struttura fosse priva di targa o insegna esterna che ne attestasse l’identità e la reputazione medica. Dopo la dose di anestesia la ragazza, secondo quanto ricostruito, ha cominciato a tremare. A quel punto, è stato chiamato il fidanzato, Salvatore Sferrazzo, per sapere se la giovane avesse particolari allergie. Il ragazzo, entrato nella sala operatoria, ha iniziato a filmare con il telefonino la scena dei due sanitari che si affannavano a rianimare Margaret. Ora è distrutto: "Principessa mia, mi hai lasciato un vuoto incolmabile. Sei e sarai sempre il mio tutto", scrive su Instagram, recentemente era andato con lei a Parigi per farle la proposta di matrimonio.

La domanda su cosa abbia realmente causato quel malore è ancora al centro dell’inchiesta, e solo i risultati dell’autopsia, prevista per domani presso il Policlinico di Tor Vergata, potranno fare luce sugli eventi che hanno condotto alla morte della giovane. I due medici indagati, padre e figlio, sono accusati di omicidio colposo, ma al momento l’inchiesta è in una fase preliminare. Gli investigatori dovranno stabilire se siano stati rispettate tutte le procedure di sicurezza e se i medici abbiano adeguate competenze e licenze per somministrare anestetici o eseguire interventi di questo tipo. L’assenza della documentazione e del consenso informato firmato dal paziente potrebbe indicare non solo una mancanza di trasparenza, ma anche un’aggravante. Se emergesse che la ragazza non è stata messa a conoscenza dei pericoli o che il centro medico operava senza rispettare gli standard di sicurezza richiesti dalla legge, le accuse potrebbero appesantirsi. La famiglia di Agata Margaret esprime con forza il dolore e lo sgomento per un intervento di routine trasformatosi in tragedia. "Mia figlia non aveva nessuna patologia che necessitasse terapia né allergie. Ma è il momento di stare zitti, ora parla la magistratura", ripete il papà Giuseppe, infermiere professionale ed ex consigliere comunale, mentre il legale Alessandro Vinci oggi vola nella Capitale insieme al consulente di parte, un docente dell’università di Catania, per assistere all’autopsia.

Prima di partire ribadisce che Margaret si era affidata a un chirurgo italiano, in una struttura italiana, lontana dalle cosiddette "cliniche low cost" diffuse in Paesi dell’Est o del Nord Africa, dove spesso vengono proposti interventi estetici a prezzi stracciati (il suo intervento era invece costato 2.800 euro), ma senza adeguati standard di sicurezza. La convinzione della ragazza era che i "requisiti e la professionalità dei medici italiani" potessero tenerla al riparo da pericoli. Così non è stato.