Londra, 2 maggio 2025 – Niente scorta obbligatoria per il principe Harry durante i suoi viaggi in Gran Bretagna. La Corte d'Appello di Londra ha rigettato il ricorso presentato dal secondogenito di Carlo III contro la decisione del ministero dell'Interno britannico di revocare a lui e alla sua famiglia il diritto automatico alla tutela di polizia durante le visite nel Regno Unito, in seguito alla sua rinuncia al ruolo attivo di membro senior di casa Windsor. Il duca di Sussex sosteneva di essere stato oggetto di un "ingiustificato trattamento da inferiore" da parte dei funzionari del ministero, ma i tre giudici incaricati di valutare il caso hanno stabilito che così non è stato.

“Vorrei riconciliarmi con la famiglia reale”
Il principe si è detto "sconvolto" per questo verdetto. Parlando alla Bbc, ha spiegato di volere una "riconciliazione" con la famiglia reale perché "non ha senso continuare a litigare, la vita è preziosa". Secondo Harry, il padre non gli parla più "proprio per questa storia della sicurezza". "E non so quanto gli resta da vivere", aggiunge. Tuttavia, ha detto, "non riesco a immaginare un mondo in cui riporterei mia moglie e i miei figli nel Regno Unito a questo punto".
"Ci sono stati così tanti disaccordi tra me e alcuni membri della mia famiglia", ha spiegato il duca di Sussex, sottolineando però che ora li ha "perdonati". Tuttavia Harry è convinto che sia stata proprio la Casa Reale ad aver influenzato la decisione di ridurre la sua sicurezza. Alla domanda se avesse chiesto al re di intervenire nella disputa, il principe Harry ha risposto: "Non gli ho mai chiesto di intervenire, gli ho chiesto di farsi da parte e lasciare che gli esperti facessero il loro lavoro". Il trattamento che però ha ricevuto durante la causa ha “portato alla luce le mie peggiori paure”.
La sentenza della Corte
Il dispositivo è stato letto in diretta tv da sir Geoffrey Vos, presidente di un collegio giudicante formato da tre giudici, alla presenza dei team legali delle due parti. Il duca di Sussex, che aveva presenziato alle due udienze d'appello di aprile, è rimasto invece questa volta negli Usa, nella sua casa californiana. Vos ha riconosciuto le ragioni di Harry da un punto di vista umano e individuale, sottolineando come lo status relativo alla protezione del principe cadetto sia stato in effetti modificato in forma inedita dall’organismo dell’Home Office e come egli sia stato relegato a un trattamento inferiore rispetto ad altri familiari del suo rango. Ha tuttavia aggiunto che queste motivazioni non bastano a sostenere la contestazione legale del provvedimento, motivato adeguatamente nella sue parole – almeno dal punto di vista formale preso in esame oggi – in seguito alla decisione dello stesso Harry di abbandonare la residenza permanente nel Regno Unito e alla conseguente rinuncia agli impegni pubblici attivi di rappresentanza della monarchia. Tanto più che il ministero ha assicurato comunque che la tutela gli verrà garantita caso per caso, sulla base di una propria valutazione di eventuali pericoli, tutte le volte che il duca visiterà l'isola: da solo o con la moglie Meghan e i figli Archie e Lilibet.
Di qui la conferma dei precedenti verdetti favorevoli alle ragioni dell'Home Office, emessi in primo grado a livello amministrativo e poi da un giudice dell'Alta Corte che aveva già addebitato al principe il pagamento delle spese giudiziarie.
In una dichiarazione affidata ai suoi avvocati nei mesi scorsi, Harry aveva insistito a indicare la faccenda come un fatto di principio. "Il Regno Unito – aveva scritto – resta casa mia ed è cruciale come parte del retaggio dei miei figli; ma non è possibile (frequentarlo)" senza tutele certe. il nipote di Elisabetta II era arrivato direttamente dagli Usa, dove risiede dal 2020, per presenziare alle ultime fasi del procedimento per poi fare una visita, a sorpresa, in una clinica ortopedica in Ucraina.
La sicurezza e le cause di Harry
Al tema sicurezza Harry è sempre stato molto sensibile, anche in considerazione della traumatica morte della madre Lady Diana. Tuttavia il caso in questione rappresenta una delle molteplici iniziative intraprese dal 40enne duca di Sussex – tuttora quinto nella linea di successione al trono britannico – dinanzi alla giustizia del Regno, non senza riflessi imbarazzanti sulla corte.
La replica di Buckingham Palace
Insolita quanto secca replica di Buckingham Palace all'intervista del principe Harry, dopo il verdetto della Corte d'appello britannica che ha confermato la revoca decisa nel 2020, dopo lo strappo del duca di Sussex dalla famiglia reale, al diritto automatico alla scorta. “Tutte queste questioni sono state esaminate ripetutamente e meticolosamente da varie corti, con le stesse conclusioni in ogni occasione”, taglia corto il palazzo in una nota. Fonti ufficiose hanno inoltre risposto alle recriminazioni di Harry sostenendo che re Carlo III avrebbe ritenuto costituzionalmente improprio favorire un esito diverso.