Lunedì 4 Novembre 2024

Circoncisione in casa, bimbo muore a Monterotondo. Arrestato autore dell'intervento

Grave il gemellino: erano ospiti in un centro di accoglienza. La disperazione della madre

Corsia d'ospedale (foto generica Piaggesi)

Corsia d'ospedale (foto generica Piaggesi)

Roma, 23 dicembre 2018 - Tragedia a Monterotondo, vicino a Roma. Un bambino di due anni è morto e un altro è ricoverato in gravi condizioni dopo essere stati circoncisi in casa. Le vittime sono due gemellini di due anni di nazionalità nigeriana, ospiti in uno degli appartamenti del centro di accoglienza che l'Arci Roma gestisce con il Comune dal 2009. La procura di Tivoli ha disposto l'arresto di un cittadino statunitense di origine libiche di 66 anni, ritenuto responsabile della circoncisione sui due fratellini. Nei suoi confronti i pm contestano i reati di omicidio preterintenzionale, lesioni gravissime ed esercizio abusivo della professione medica. "Nel corso della perquisizione presso l'abitazione dell'arrestato - afferma il procuratore Francesco Menditto -, svolta dagli uomini della squadra mobile di Roma, sono stati sequestrati oggetti da cui si desume l'abitudine della condotta contestata". Gli inquirenti hanno disposto anche l'autopsia sul corpo del piccolo deceduto.  Roma, bimbo di 20 giorni morto: ipotesi emorragia per circoncisione fatta in casa

SOCCORSI INUTILI - Quando è stato allertato il 118, le condizioni dei bambini erano già gravi: uno di loro aveva perso già molto sangue e i soccorsi si sono rivelati inutili. Il fratellino è ricoverato al Sant'Andrea e non sarebbe in pericolo di vita. Sulla vicenda la procura di Tivoli ha aperto un'inchiesta.

La circoncisione è molto diffusa nel mondo. Consiste nella rimozione chirurgica del prepuzio a scopo medico o religioso. E' prevista dalla legge ebraica, ed è prassi consolidata per musulmani, copti ed etiopi ortodossi. 

"Non sospettavamo che volesse circonciderli"

OSPITI DELLO SPRAR - Le vittime erano ospiti dello Sprar (il Servizio per richiedenti asilo e rifugiati) all'interno di un progetto per donne vulnerabili con eventuali bambini: una trentina i posti disponibili. Qui le beneficiarie vivono in piena autonomia nelle case. Possono ricevere visite tra le 8 di mattina e le 20, ma solo con l'autorizzazione degli operatori. 

La madre dei due fratelli, titolare di protezione umanitaria, era arrivata nella casa di Monterotondo a metà novembre. Gli operatori dello Sprar sostengono di non aver avuto alcun sospetto che volesse sottoporre i figli a circoncisione. Era "tranquilla, sveglia ed educata".

LA DISPERAZIONE DELLA MADRE - La donna, nigeriana di 35 anni che ha visto morire tra le sue braccia il figlio di due anni, non si dà pace. Prima di arrivare nell'appartamento di Monterotondo era stata ospite per oltre un anno di un Centro di accoglienza straordinario (Cas) a Rieti e sembra che in quel periodo avesse chiesto alla pediatra informazioni sulla possibilità di sottoporre i figli alla circoncisione. Dopo il rifiuto del medico non c'erano stati seguiti.

Gli operatori che hanno avuto contatti con lei a la descrivono ipersensibile, attentissima ai propri figli, che aveva regolarmente vaccinato ed accompagnava all'asilo sempre puntuale. La nigeriana - che nel suo Paese lavorava in una ong - teneva solitamente uno dei due gemelli sulle spalle, con la tradizionale imbracatura africana. È cattolica e nei giorni scorsi aveva addobbato un albero di Natale nella sua camera. Divideva l'appartamento con altre due donne beneficiarie di protezione, entrambe con un figlio.

L'ARCI ROMA - "Sgomento" viene espresso dall'Arci Roma per quanto accaduto. "È una tragedia - spiega l'associazione - che lascia senza parole e attendiamo con ansia dai medici notizie del secondo bambino. Aspettiamo che gli inquirenti accertino la verità". L'Arci di Roma intende,"laddove fossero accertate responsabilità di persone che hanno provocato la morte del bambino, costituirsi parte civile".

"Basta morti innocenti"

Condanne senza mezzi termini arrivano dall'associazione medici di origine straniera in Italia (Amsi) e le Comunità del Mondo Arabo in Italia (Co-mai) e la Confederazione Internazionale laica interreligiosa(Cili-Italia).  "Basta morti innocenti da circoncisione clandestina che ormai sono più del 35 per cento di quelle che si effettuano in Italia", tuona l'associazione.