Giovedì 25 Aprile 2024

Roma, bimbo di 20 giorni morto: ipotesi emorragia per circoncisione fatta in casa

Disposta l'autopsia e aperta indagine per omicidio colposo. La madre, col bimbo in braccio, ha fermato una pattuglia per chiedre aiuto ma il neonato è arrivato morto all'ospedale di Tor Vergata.

Carabinieri

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Un bimbo di appena 20 giorni, di nazionalità nigeriana, è arrivato privo di vita questa mattina all'ospedale di Tor Vergata. In base a quanto si apprende la madre con il piccolo in braccio ha fermato una pattuglia dei carabinieri per chiedere aiuto. Da qui la disperata corsa in ospedale. Non è escluso che il decesso sia legato ad una emorragia conseguenza di una circoncisione rituale fatta in casa.

Il piccolo infatti presentava ferite all'altezza del pube. I carabinieri, impegnati in un posto di controllo in via Casilina, fuori Roma, sono stati fermati dalla madre nigeriana che aveva già chiamato una ambulanza.

La donna è stata ascoltata dai carabinieri di Colonna, comune della Città metropolitana di Roma dove vive, per ricostruire quanto avvenuto. Sull'episodio al lavoro i pm di Velletri che hanno disposto l'autopsia e aperto un fascicolo di indagine per omicidio colposo. La tragedia s sarebbe consumata all'interno dell'appartamento dove la donna vive da sola, il marito è all'estero. Gli inquirenti non escludono che la circoncisione sia stata effettuata dalla stessa donna che, visibilmente sconvolta dopo avere appurato il tragico destino del piccolo, non è stata in grado di fornire elementi di chiarezza. Chi indaga vuole accertare se oltre la donna ci siano anche altre persone coinvolte. Il dramma di Colonna ricorda quanto avvenuto il 23 dicembre del 2018 a Monterotondo, sempre in provincia di Roma. Un bimbo di due anni, anche lui di origini nigeriane, morì a causa di una emorragia. In quel caso a praticare l'operazione in casa sarebbe stato un sedicente medico, anche lui immigrato. Il fenomeno delle circoncisioni clandestine riguarda migliaia di bambini ogni anno e alcune stime parlano di circa 2-3 mila ogni anno in Italia. Spesso si tratta di pratiche effettuate senza avere conoscenza medica e soprattutto in precarie condizioni igieniche. Notizia in aggiornamento

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