Mercoledì 24 Aprile 2024

Mascherine in ospedale e tamponi: cosa cambia dal 1° maggio. Le nuove regole

Le anticipazioni del ministro Schillaci: ecco dove le protezioni continueranno ad essere obbligatorie

Roma, 27 aprile 2023 – Mascherine in ospedale: che cosa cambia dal 1° maggio? Il ministro della Salute Orazio Schillaci questa mattina ha anticipato il nuovo corso, confermando le conclusioni della riunione al ministero di una settimana fa. Ecco cosa cambia.

Mascherine in ospedale: cosa succede dal 1 maggio
Mascherine in ospedale: cosa succede dal 1 maggio

Mascherine in ospedale, cosa succede dal 1° maggio

 “Stiamo facendo una riunione con gli esperti e martedì o mercoledì vedremo cosa fare”, sull’obbligo delle mascherine in ospedale, è stata la premessa di Schillaci.  Che ha poi spiegato: “Andiamo verso un allentamento, ma assolutamente continuiamo a proteggere i pazienti fragili. Quindi nelle Rsa e nei reparti dove ci sono pazienti fragili la mascherina si continuerà a portare”. Il ministro ha parlato a margine del Convegno nazionale Cosmed a Roma.

La nuova ordinanza

Attesa per oggi la firma della nuova ordinanza. L’ultima parola dovrebbe comunque essere lasciata ai direttori sanitari degli ospedali, ai direttori medici delle strutture territoriali, ai medici di famiglia e ai pediatri per i loro studi e sale d’attesa.

Le raccomandazioni degli esperti

La necessità di tutelare i pazienti fragili era emersa anche una settimana fa dopo un vertice al ministero. Già dopo quell’incontro l’orientamento dal primo maggio era stato di lasciare l’obbligo della mascherina nei reparti con pazienti fragili e dove c’è alta intensità di cure.

Tamponi, cosa cambia

Inoltre i tamponi per chi si ricovera o arriva in pronto soccorso saranno fatti solo ai sintomatici. Il ministro Schillaci aveva parlato infatti di “alleggerimento” delle misure.

Andreoni: “Terrei le mascherine”

“Ragionevole togliere l’obbligo della mascherina in bar, mense e luoghi di stazionamento degli ospedali. Ma dobbiamo ricordare una cosa: negli ospedali e nelle Rsa ci sono persone fragili e, proprio per tutelarle al meglio e per una questione di educazione sanitaria, terrei la mascherina”. Così Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e docente di Malattie infettive all’Università Tor Vergata di Roma, commenta le anticipazioni dell’ordinanza in arrivo sulle mascherine in ambiente sanitario. “Mi pare che il Governo sia ancora ancorato alle misure anti-Covid - riflette Andreoni - quando invece la mascherina oggi è diventata una presidio di sanità pubblica, al di là del

Covid. In tutti i posti dove ci sono i fragili è opportuno avere una accortezza in più, in fondo poi parliamo di poche ore al giorno”.

Le parole di Gismondo e Lopalco

“Le nuove regole sullemascherine” in ospedali e Rsa, “che aspettiamo vengano confermate, sono assolutamente regole di buon senso e sono quelle che avremmo dovuto osservare anche prima dell’esperienza del Covid, perché queste misure di tutela degli anziani e dei fragili valgono non solo per Covid, ma anche per l’influenza e qualsiasi altra infezione trasmissibile per via aerea. Dunque ben vengano, e si seguano per rispetto dei pazienti”. Così Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano. L’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene all’Università del Salento, si augura che “l’uso appropriato delle mascherine si spera sia uno dei pochi lasciti positivi dell’emergenza pandemica. Nel senso che, passato il momento emergenziale, il loro uso non dovrebbe più essere regolato da decreti, ma da linee guida basate sulle evidenze scientifiche”. Per esempio, “in presenza di sintomi respiratori - sottolinea - dovrebbe essere buona prassi usarle in ogni situazione in cui ci sia un qualche affollamento. Dovrebbe essere ovvio usarle nelle strutture sanitarie. Ancora più ovvio regolarne bene l’uso nelle strutture di assistenza ai più fragili, come le Rsa. Speriamo presto, dunque, nel passaggio dalle ordinanze alle linee guida”.