Ma per vincere servono idee e non nemici

Pier Francesco

De Robertis

Il Copasir e la nostra intelligence cercheranno di chiarire se ci sono state interferenze russe nella caduta del governo Draghi, e se davvero ci fossero state il "colpevole" ne verrà chiamato a rispondere. Sarebbe gravissimo, specie durante una guerra che ci vede coinvolti, neppure troppo indirettamente.

Detto questo non è possibile non stigmatizzare il clima nel quale questa campagna elettorale si sta aprendo. La manina che ha depositato il supposto dossier-Salvini sui tavoli di una redazione non ha agito a caso. Il sottosegretario Gabrielli spiega che non si tratta dei servizi italiani, e se lo dice lui che è persona seria c’è da crederci. Fatto sta che qualcuno l’ha passato. Nelle settimane scorse numerosi giornali stranieri hanno iniziato il cannoneggiamento contro esponenti della destra alzando il classico polverone-fascismo. Sono giorni che alcuni gruppi editoriali di orientamento progressista avviano "inchieste" sui personaggi più in vista del centrodestra, specie sulla Meloni, prima agitando lo spauracchio della "donna nera" poi colpendola ai fianchi, a mo’ di avvertimento, tipo gli articoli – e citiamo solo gli ultimi casi – contro uno dei suoi consiglieri, Guido Crosetto. Sostanzialmente sul niente. Di qui a fine settembre c’è da aspettarsi di tutto.

Il punto non è però chi agisce, quanto chi spera di trarre beneficio indiretto da queste operazioni altrui. Se infatti il Pd e gli altri pensano di battere il centrodestra solo sfruttando il clamore mediatico di certi "colpi", potrebbero non andare molto lontano. Il fascismo, la "donna nera", i supposti "affari" sono argomenti che colpiscono, se colpiscono, solo una piccola parte degli elettori. Quelli che si informano, quelli delle ztl. Nelle grandi periferie del disagio, del vuoto sociale, della paura economica, certi argomenti non fanno presa per niente. E per sfondare in quei posti servono temi, proposte e un’idea di futuro. Altro che rivelazioni...