Lunedì 29 Aprile 2024

Europee, Lupi e la partita al centro: "Non temiamo alcuno sbarramento"

Il leader di Noi moderati: Renzi rischia di correre troppo in avanti, la sfida si gioca dentro il centrodestra. "Alle elezioni con la nostra lista, ma siamo aperti a una federazione con chi si riconosce nel Ppe"

Onorevole Maurizio Lupi, leader di Noi moderati, voi siete sulla scena da anni, anche se alle politiche siete rimasti sotto la soglia del 2%. Teme che la nuova lista renziana del Centro e la posizione a favore dello sbarramento al 4% sia una manovra per ottenere una lista unitaria con FI a scapito vostro?

"Chiunque riduca il problema delle Europee a superare o meno lo sbarramento fa un ragionamento miope. Noi lo abbiamo superato nel 2014 con Alfano e nel 2019 abbiamo fatto liste con FI. Il problema delle Europee non è lo sbarramento, ma la sfida. Perché a queste elezioni si gioca il futuro politico dell’Europa e anche dell’Italia".

Maurizio Lupi, 63 ani, è il capo politico di Noi Moderati
Maurizio Lupi, 63 ani, è il capo politico di Noi Moderati

Non è la cosa che si dice sempre in vista delle Europee?

"In questi ultimi anni abbiamo avuto prova di come non ci si salva da soli: prima il Covid e poi una guerra nel cuore del continente con quel che ha significato in termini di costi dell’energia. Essere protagonisti in Europa diventa una questione fondamentale. Per noi la sfida è quella di avanzare una proposta politica che faccia perno sul Ppe e su un’alleanza con conservatori e liberali che esprima una nuova maggioranza nel Parlamento di Bruxelles".

Quindi confluirete nelle liste di Forza Italia?

"Come Noi moderati in ogni caso presenteremo la nostra lista: come abbiamo fatto alle amministrative, ottenendo risultati come il 7% del Molise, così faremo anche per le Europee. Al consiglio nazionale a metà ottobre decideremo. Vogliamo dare il nostro contributo con la nostra identità. Poi continuiamo a dire che, se si vuole si può fare un patto federativo di chi si riconosce nel Ppe, per noi rappresenta un’opportunità su cui siamo disponibili a collaborare. Ma non confluendo o facendo sommatorie".

Ma sempre con FI, che è la sezione italiana del Ppe, per dirla all’antica…

"Noi da sempre ci riconosciamo nel Ppe. Quella è la nostra collocazione. Con l’obiettivo fondamentale di dare forza al centro nella coalizione di centrodestra. Obiettivo al quale tutti possono concorrere".

Invece i centristi di Renzi, e anche Calenda, stanno con RenewEu di Macron e non vogliono fare il salto nel centrodestra…

"Renzi ha il solo, vero pregio di sparigliare per correre in avanti. Ma a correre troppo avanti si finisce per mordersi la coda. Come Noi moderati già eravamo critici sul Terzo polo. Per noi la sfida si gioca dentro il centrodestra, con la costruzione di un pilastro moderato. E mi pare che tutte le elezioni abbiano sancito un ritorno forte al bipolarismo. L’astrazione del Terzo polo, che oggi qualcuno può chiamare Centro, non scioglie i nodi. La politica deve dare risposte concrete alle persone: quindi alle elezioni europee si tratta di rafforzare il centro del centrodestra, i moderati che in Europa stanno col Ppe e in Italia col governo Meloni. Credo che alla fine sia Calenda che Renzi dovranno scegliere da che parte stare. Il terzo non è dato. La chimera del Centro è un’astrazione che poi deve misurarsi col governo, o di qua o di là".

In Europa, però, il gruppo macroniano di RenewEu ha un centinaio di eurodeputati e potrebbe svolgere un ruolo chiave per la futura maggioranza…

"In Europa c’è già stata una maggioranza tra Ppe, conservatori e liberali che ha portato all’elezione di Tajani. La sola cosa essenziale è andare alle elezioni con un progetto politico. Abbiamo rivinto in Italia dopo dieci anni. Dobbiamo proporre con forza quello stesso progetto in Europa e dargli forza facendo eleggere più deputati possibile".

E se Salvini in Europa preferisse rimanere con Le Pen e Afd invece che sostenere il Ppe, ci saranno conseguenza in Italia?

"Salvini si farà una ragione del governo europeo. Già altre volte ci sono state maggioranze diverse. Sta a loro decidere. Ma mi auguro che possano scegliere la via dell’intesa. L’esperienza di governo porta alla responsabilità e la costruzione. Certamente noi non rincorriamo né Le Pen né Afd".