Martedì 23 Aprile 2024

L’invasione dei tedeschi Ultras a mano armata, molotov e sassate ai bus Napoli messa a ferro e fuoco

Già da martedì notte i tifosi dell’Eintracht Francoforte hanno seminato violenza nel centro storico. Una guerriglia annunciata: il Viminale vietò la vendita dei biglietti, ma la Uefa si oppose

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di Nino Femiani

Una guerriglia annunciata. Napoli messa a ferro e fuoco per ore dagli ultras dell’Eintracht, quasi mille arrivati nel capoluogo nonostante il divieto di trasferta. Scontri con i supporters più violenti del Napoli, lanci di bottiglie e molotov, un’auto della polizia data alle fiamme e il centro storico ridotto a una linea di fuoco del Donbass. Una giornata infernale che tutti si aspettavano e temevano (le Asl avevano allertato gli ospedali) perché è ormai storia trentennale l’odio tra le tifoserie dell’Eintracht e quella azzurra. Inoltre, già nella partita di andata c’erano stati scontri e offese, con i napoletani picchiati selvaggiamente e chiamati "terroni", scatenando la reazione: aspettatevi vendetta e violenza. "A Napoli non si passeggia", avevano scritto nello loro chat gli ultras partenopei.

Per capire da dove è partita la guerriglia, che ha portato a oltre duecento fermi, bisogna riavvolgere il nastro e andare a una settimana fa quando i supporters del Bayern di Monaco piazzarono uno striscione offensivo contro il Viminale per aver vietato la trasferta dei francofortesi per il ritorno degli ottavi di Champions. Il ministero dell’Interno aveva disposto il divieto di vendita dei 2600 biglietti ai tifosi residenti in Germania (il Tar lo ha poi limitato a quelli residenti a Francoforte) per il timore di scontri. Il Comitato provinciale per la sicurezza e l’ordine pubblico aveva definito il match del Maradona "ad alto rischio". Un provvedimento che però aveva fatto arrabbiare la Uefa. Una "decisione sbagliata" e "una situazione intollerabile". Così il presidente della Uefa Aleksander Ceferin aveva commentato il "No to bans of fans", avanzando la possibilità di applicare sanzioni ai club e alle città che non accolgono i tifosi avversari.

Forti di queste parole, un migliaio di tifosi tedeschi si è riversato a Napoli, nonostante la stragrande maggioranza di essi non disponesse di un biglietto. Gli scontri e le devastazioni iniziano già dopo la mezzanotte del 14. Una trentina di tedeschi, vestiti di nero e con il volto coperto, si sono accaniti contro il bar Alkymya nella centralissima piazza Bellini – in quel momento era chiuso – lanciando bottiglie e petardi. Niente di serio se paragonato al caos e alla follia di ieri mattina. I tifosi dell’Eintracht sono entrati più volte in contatto con gli ultras del Napoli con i quali avevano conti arretrati da saldare. La caccia all’uomo era scattata già in mattinata sul Lungomare. La polizia ha cercato di dividere le tifoserie spingendo i tedeschi verso piazza del Gesù. Forse un percorso sbagliato perché dai Vergini e dalla Sanità sono arrivati i mazzieri degli ultras azzurri. È esplosa la guerriglia, anche con l’intervento di black bloc e di estremisti di altre tifoserie, storicamente ‘nemiche’ del Napoli, come quella atalantina.

Lancio di molotov, di sedie e tavolini e una volante data alle fiamme, con i tedeschi che agitavano spranghe, catene e finanche una pistola abbandonata sul selciato. Danni ingentissimi, gazebi divelti, ristoranti all’aperto devastati. Al termine dell’incontro ci sono stati altri momenti di tensione quando: un gruppo di ultras ha tentato di avvicinarsi all’hotel dei tifosi tedeschi, facendo esplodere fatto esplodere bombe carta e lanciando pietre. Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, è sgomento: "Ho voluto incontrare a Palazzo San Giacomo l’ambasciatore di Germania in Italia Viktor Elbling per condannare insieme gli atti di violenza e ribadire il forte legame tra Napoli e la Germania".