Un sì ai pellegrinaggi per incontrare "Maria Regina della Pace", un no ai veggenti su cui è sospeso il "giudizio morale". Si può riassumere così il verdetto con cui Papa Francesco, dopo anni di dispute, investigazioni e contrapposizioni, ha sciolto la riserva sul fenomeno Medjugorje. Nulla osta del Vaticano al culto per i suoi "frutti positivi", ha sancito il Dicastero della Dottrina della Fede con il placet di Bergoglio. Ma questo "non implica dichiarare come autentici i presunti eventi soprannaturali, soltanto evidenziare che in mezzo a questo fenomeno spirituale, lo Spirito Santo agisce fruttuosamente per il bene dei fedeli".
Era il 24 giugno 1981 quando sette ragazzi, Marija Pavlović Lunetti, Mirjana Dragičević Soldo, Ivanka Ivanković Elez, Vicka (Vida) Ivanković, Ivan Dragičević, Jakov Čolo e Petar Ljubičić, affermarono di aver assistito a delle apparizioni della Vergine Maria sul Podbrdo, un monte nella Bosnia Erzegovina. Da allora, un flusso sempre più copioso di pellegrini, sfidando l’assenza di una “patente” di autenticità alle apparizioni, si è incamminato su quella sommità. Happening spirituali, conversioni, pentimenti eccellenti e vip folgorati sulla via di Damasco sono fioccati uno dopo l’altro, assieme a un certo business sorto attorno al santuario e gestito in modo spesso opaco proprio da alcuni dei presunti veggenti.
Un bel grattacapo per la Chiesa che ha impiegato oltre 40 anni per dire una parola definitiva sulla realtà di Medjugorje. Negli anni, i più accaniti nemici del presunto santuario sono stati proprio alcuni vescovi locali come monsignor Pavao Žanić o il suo successore, monsignor Ratko Perić. Per loro Medjugorje non era niente di più di un “fake”, una patacca. Nel 2010 Benedetto XVI affidò personalmente il delicatissimo dossier al cardinale Camillo Ruini che portò avanti una lunga investigazione segreta. Col cambio di pontificato, Medjugorje sembrava entrata ancor più nel mirino degli ortodossi poiché più volte Francesco ha puntato il dito contro la "Madonna postina", chiara allusione ai continui appuntamenti che i veggenti continuano a dare sostenendo che la Vergine si rivelerebbe loro con una certa frequenza e in certi orari precisi.
Francesco, come rivela il pronunciamento di ieri, elaborato dal suo teologo di fiducia, monsignor Victor Manuel Fernandez, ha maturato ora una posizione diversa, tesa a salvaguardare "i pellegrinaggi, le conversioni, il ritorno ai sacramenti, alla preghiera, il recupero di matrimoni in crisi". Il tutto, in realtà, è stato possibile grazie alle nuove norme su apparizioni e rivelazioni approvate nel maggio scorso con cui l’ex Sant’Uffizio dribbla il nodo della soprannaturalità: non deve più pronunciarsi in senso stretto per un sì o per un no. Si valuta caso per caso, santuario per santuario, ed è sufficiente un nulla osta per andare avanti nel culto, lasciando la presunta apparizione nel limbo.