Venerdì 10 Maggio 2024
LORENZO
Cronaca

L’ambasciatrice a Kabul "Così aiuteremo gli afgani"

Da oggi Natalia Quintavalle guiderà la sede diplomatica trasferita a Doha "I talebani e la minaccia del terrorismo, ma la nostra azione non si ferma"

di Lorenzo

Bianchi

"L’attentato del 5 settembre contro l’ambasciata russa a Kabul ci ha colpito moltissimo. È stato poi rivendicato dall’Isis Khorasan. Proietta un’ombra sulle speranze di stabilizzazione del Paese". Parla Natalia Quintavalle, Ispettrice generale della Farnesina e da oggi la prima ambasciatrice italiana per l‘Afghanistan. Sarà basata a Doha, la capitale del Qatar.

Ci sono 9 miliardi di dollari della Banca Centrale afgana bloccati, di cui 7 negli Usa. Potrebbero essere mobilitati?

"Prima dell’uccisione di al Zawahiri c’erano contatti per cercare di scongelare 3,5 miliardi di dollari su 7. Il fatto che si sia toccato con mano che al Qaida era presente a Kabul ha forse un po’ raffreddato gli animi, ma la questione non è chiusa. L’idea è di sbloccare almeno una prima tranche".

Contatti degli Stati Uniti?

"Sì, gli Usa non sono contrari alla stabilizzazione dell’economia a determinate condizioni relative in particolare al terrorismo. D’altronde restano il più forte donatore di aiuti umanitari. Hanno versato 774 milioni di dollari nell’anno trascorso dall’evacuazione ad oggi".

E l’Italia?

"Ha fatto la sua parte con circa 200 milioni di euro. Centocinquanta furono promessi nel settembre 2021 quando la comunità internazionale nel suo assieme si era impegnata per 1,2 miliardi di dollari. A questi se ne sono aggiunti altri 50".

Che dialogo si può instaurare con i talebani che hanno reintrodotto l’obbligo del burka per le donne?

"Non sono riconosciuti da nessun Paese. Il dialogo, se c’è, può essere a livello molto informale e pragmatico. Questo non può impedire di avere un aiuto umanitario diffuso nei confronti del popolo afgano".

Come?

"I canali dell’aiuto umanitario sono tutti aperti"

Intende dire la missione Unama delle Nazioni Unite?

"Unama e le agenzie delle Nazioni Unite sono fondamentali. È stata appena nominata una nuova special Representative nella persona di Roza Otunbayeva, ex presidente ed ex ministro degli esteri del Kirghizistan. È il nostro canale di riferimento per far arrivare gli aiuti".

Come potrà lavorare da Doha?

"Lì è concentrata la maggior parte delle ambasciate, lì ci sono il gruppo dei donatori e un ufficio dei talebani. Molti uffici per la cooperazione allo sviluppo, compreso il nostro, sono invece in Pakistan. Continuano a esserci corridoi umanitari sia in Iran sia in Pakistan sui quali continuiamo a lavorare. Attraverso il Pakistan sono transitate le prime 300 persone".

I caduti italiani in Afganistan sono stati 55. Morti per nulla?

"Nel ricordare e nel piangere le vittime che ci sono state c’è anche da pensare che questi venti anni non siano passati senza lasciare traccia, a Kabul e non solo. È un seme in termini di diritti umani, di educazione, di sviluppo che ha la possibilità di germogliare e di rafforzarsi sia nella società civile sia nelle istituzioni del Paese".