Mercoledì 24 Aprile 2024

La Russa, bufera su via Rasella. "Fu uccisa una banda musicale"

Il presidente del Senato parla dell’azione partigiana del 1944: "Non fu tra le pagine più gloriose della Resistenza". E riapre la ferita delle Fosse Ardeatine. Ira di Pd e M5s. Schlein: vogliono riscrivere la storia, non permettiamolo.

La Russa, bufera su via Rasella  "Fu uccisa una banda musicale"

La Russa, bufera su via Rasella "Fu uccisa una banda musicale"

Ci mancava Ignazio La Russa. L’eco e le polemiche suscitate dalle parole del presidente del Senato sull’attentato partigiano di via Rasella a Roma (per rappresaglia al quale fu perpetrata la strage delle fosse Ardeatine) sono il peggiore dei digestivi per il difficile pranzo di Giorgia Meloni al Quirinale. A poche settimane dal 78esimo 25 aprile e una settimana dopo il 79 esimo anniversario delle strage nazista nelle cave alla periferia di Roma, infatti, il presidente del Senato definisce l’azione di via Rasella una pagina "tutt’altro che nobile della resistenza". Suscitando perciò un nugolo di polemiche da parte delle opposizioni che si va ad aggiungere ai guai della premier Giorgia Meloni su migranti, Mes e Pnrr. Tutti dossier sui quali urge un’indulgenza europea che il volto (più sgangherato che truce) offerto da certe uscite nostalgiche non aiuta.

Anche se qualche osservatore più smaliziato di lungo corso nei palazzi della politica fa presente, siti internet alla mano, come volente o nolente La Russa sia "riuscito a distrarre l’attenzione politica e mediatica dal problema cruciale del Pnrr". Come dimostra il coro di sdegno unanime del centrosinistra su questa vicenda di 79 anni fa. Tanto da costringere il presidente del Senato a una nota di precisazione in nome della lealtà a principi costituzionali e la prossima celebrazione del 25 aprile che promette di celebrare come sempre. Sta di fatto che di buon mattino La Russa aveva innescato l’ennesimo putiferio sulla vicenda di via Rasella e le Fosse ardeatine che da decenni infiamma polemica tra destra e sinistra nel mese tra la ricorrenza dell’eccidio del ‘44 e quella della liberazione del ‘45. "Una banda musicale di semi pensionati", le vittime dell’attentato che secondo il presidente del Senato rappresenta perciò una pagina "tutt’altro che nobile" della resistenza al nazifascismo.

La stessa premier del resto, puntualizzando in occasione dell’anniversario delle Fosse ardeatine che le vittime erano state uccise "perché italiani", aveva scatenato accuse di revisionismo per il fatto che trascurava di menzionare che erano italiani per diversi motivi contrari o vittime rispetto al nazifascismo. E’ un La Russa a ruota libera quello che parla al podcast di Libero: compresi ex terroristi tutelati dalla magistratura francese, migranti, coppie gay e lodi postume per Giulio Andreotti. Per stare al caso, siccome "i partigiani rossi volevano il comunismo", il presidente del Senato finisce per deraglia fino in via Rasella (primo indirizzo di Mussolini a Roma negli anni Venti): attuando il solito, immarcescibile meccanismo volto ad addossare la responsabilità della rappresaglia delle fosse Ardeatine agli autori dell’attentato invece che ai nazifascisti. Apriti cielo. Si scatena immediatamente il profluvio, più liturgico che improprio, di polemiche nei riguardi del presidente del senato.

Tuona il Pd per bocca della segretaria Elly Schlein: "Vogliono riscrivere la storia. Parole indecenti, indegne del ruolo che ricopre", quelle di La Russa. Che secondo Marco Furfaro, vice Schlein in pectore, dovrebbe ricordarsi di "essere il presidente del Senato e non un nostalgico missino". E dietro di loro – da Fratoianni per Si, al verde Bonelli, al radicale Magi – una genia di commenti sulla stessa falsa riga. L’intervento di La Russa, accusa al capogruppo 5 stelle a Montecitorio Francesco Silvestri, "non nasconde solo rigurgiti ideologici, ma anche il palese tentativo di distrarre l’opinione pubblica dalle inadeguatezze di questo governo".