Venerdì 3 Maggio 2024

Crisi di vocazioni, si cercano guardie svizzere

Gli ‘angeli custodi’ di Francesco sono sempre meno. Open day per reclutare nuove leve

Guardie Svizzere al giuramento in Vaticano (Imagoeconomica)

Guardie Svizzere al giuramento in Vaticano (Imagoeconomica)

Città del Vaticano, 10 ottobre 2018 - Se siete interessati a far parte del corpo della Guardia svizzera, è il momento giusto. In questa settimana si svolge infatti in Vaticano una sorta di corso di orientamento per giovani aspiranti che hanno manifestato l’intenzione di arruolarsi nell’esercito più antico e fotografato del mondo, e che per una settimana avranno la possibilità di capire se il loro desiderio ha una qualche possibilità di trasformarsi in realtà. 

Una via di mezzo tra stage formativo e open day. La settimana servirà ai ragazzi per comprendere che cosa è in realtà la vita all’interno del Corpo, come si dipanano le giornate, quali sono i compiti, e probabilmente anche ai responsabili per un primo contatto tra gli arruolabili. Oggi i giovani assisteranno all’udienza generale di papa Francesco, e quindi il contatto sarà ancora più ravvicinato. D’altra parte di una bella "rinfrescata" le Guardie svizzere hanno proprio bisogno. 

Il fascino della divisa, anche se prestigiosa, non è più quello di una volta e le "vocazioni" calano. Un tempo scendere a San Pietro e stare a contatto del Papa per tanti giovani che arrivavano dalla sperduta provincia svizzera era visto come un privilegio. La paga era, ed è, bassa ma la ribalta internazionale tale da annullare ogni perplessità. La vita nella caserma romana dove essi trascorrono i due anni di ferma non era un granch’é, ma anche gli inverni tra le montagna dei quattro cantoni erano freddi e poco luminosi. Adesso la vita è cambiata, i giovani vogliono più comodità e meno sacrifici, ed ecco che i mugugni per la paga bassa, 1.500 euro netti al mese, i turni continui con qualsiasi tempo pesano come non pesavano prima. Forse anche perché il ruolo della Guardia svizzera si è nel tempo ridotto di importanza, visto che le crescenti esigenze di sicurezza e specializzazione nella lotta controllo la criminalità internazionale hanno indotto le autorità vaticane ad affidare alla Gendarmeria vaticana la mansione più delicata, ossia la protezione vera e propria della figura del Papa, all’interno del Vaticano e anche all’estero. Sono loro, i gendarmi, quei signori vestiti con camicia bianca e un impeccabile completo nero, i veri "angeli custodi" del Papa, quelli che auricolare in funzione, lo scortano sempre quando esce da Santa Marta. Ricordiamo tutti l’allora capo della Gendarmeria, Camillo Cibin, accanto a Woytjla appena colpito da Agca. Alla Guardia svizzera è rimasto un compito più che altro decorativo, con quelle loro meravigliose divise che la leggenda vuole disegnate da Michelangelo (non è vero, ma è bello crederci) e quegli splendidi elmi di metallo battuto che le collocano in una dimensione senza tempo. Fanno da corredo al papa nelle cerimonie pubbliche, all’interno dei Sacri palazzi e sorvegliano le entrate e le uscite dallo Stato Città del Vaticano. Non poco, certo, ma c’è un tantino di esagerazione quando specie in occasioni dell’annuale giuramento vengono ritratti dalla memorialistica come prodi giovani arrivati dalla svizzera pronti a immolarsi per il pontefice. Oggi come oggi, il massimo che possono rischiare le Guardie svizzere sono le insistenze di qualche turista invadente a caccia di selfie.