Domenica 5 Maggio 2024

Rai nella bufera, paga 30mila euro a Grillo

Compenso per i diritti dello show in prima serata. Il Pd attacca Freccero: un ultrà

Beppe Grillo davanti al cavallo di viale Mazzini (Ansa)

Beppe Grillo davanti al cavallo di viale Mazzini (Ansa)

Roma, 28 gennaio 2019 - Quando si dice l’importanza di avere un direttore di rete Rai per amico. È infatti grazie a Carlo Freccero, direttore di Raidue ed ex consigliere d’amministrazione della tv pubblica in quota M5S, se Beppe Grillo, oggi garante o ‘elevato’ del Movimento, tornerà in Rai in prima serata. Lo farà con un programma, C’è Grillo (in onda stasera su Raidue alle 21,15), una ‘summa’ dei quarant’anni di carriera nel mondo dello spettacolo, per il quale percepirà 30mila euro a titolo di diritti di sfruttamento dell’immagine. Denaro che, in prima battuta, finirà in tasca al suo storico manager, la ‘Marangoni spettacoli’, che decurtato il suo compenso darà il resto al comico fondatore del M5S. 

Carlo Freccero, che sta cercando di rinnovare una rete destinata dalla Rai di ieri a mero contenitore di serie tv americane, si è inventato questo ciclo di programmi (si tratta di C’è, omaggi ai grandi dello spettacolo, a cura di Marco Giusti, Stefano Raffaele, Luca Rea e Roberto Torelli), dove il primo protagonista è stato Celentano e il terzo sarà Benigni, ma forse nessuno avrebbe pensato d’inserire anche Grillo in questa carrellata. Va infatti ricordato che il garante M5S manca dalla tv dal 2 dicembre del 1993, quando andò in onda il suo Beppe Grillo Show, con polemiche politiche roventi quasi quanto il numero degli ascolti dell’epoca (15 milioni di telespettatori su Raiuno), poi lo si è rivisto in un’intervista esclusiva di Bruno Vespa a Porta a Porta nel 2014, ma solo in qualità di leader politico, non di showman. 

La Rai ha precisato che ‘il fondatore’ non ha nessun contratto con l’azienda, ma che la stessa ha invece i diritti (a pagamento) di sfruttamento dei suoi spettacoli tv, che gli vengono corrisposti secondo le tabelle della Siae. Niente di strano, dunque, nell’entità del compenso (sebbene l’ad Rai, Fabrizio Salini, stia cercando di ottenere da Grillo l’utilizzo a titolo gratuito di quelle immagini per evitare contraccolpi) un po’ di più nella scelta di inserire l’‘elevato’ tra i grandi artisti italiani nel momento in cui è anche il garante dell’attuale partito di maggioranza relativa di governo. Freccero, però, non si è fatto intimidire dalle polemiche («il partito Rai è contro di me, voglio indurmi a lasciare»), men che meno da quelle del Pd. «Sono cose da Repubblica delle banane – ha tuonato il deputato dem Roberto Morassut – ricordo a Grillo che 30mila euro è lo stipendio annuo lordo di un impiegato comunale. Lui lo prende in una botta sola perché è un capo politico. Il ministro dell’Economia Tria, principale azionista dell’azienda, spieghi». Andrea Marcucci, capogruppo dem al Senato ha definito «la Rai una specie di Istituto Luce» e pare che proprio oggi i dem presenteranno un’interrogazione in Vigilanza Rai, con Andrea Romano che ne riassume i contenuti: «Freccero si sdebita con i padroni, regalando un programma al capo partito». E Anzaldi rincara: «Fa l’ultrà di Grillo e Salvini coi soldi degli italiani».