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ALESSANDRO FARRUGGIA
Cronaca

Gli orrori del gruppo Wagner "Abbiamo ucciso anche i bambini"

La confessione di due mercenari a un’associazione umanitaria. A una bimba di 5 anni hanno sparato in testa. Poi accusano il capo: "Erano gli ordini". Ma Prigozhin nega: "Mai detto di farlo". E Kiev vuole giustizia.

Gli orrori del gruppo Wagner  "Abbiamo ucciso anche i bambini"
Gli orrori del gruppo Wagner "Abbiamo ucciso anche i bambini"

di Alessandro Farruggia

"La vedi questa mano con la quale tengo la sigaretta? Con questa stessa mano che ora è sporca di sangue ho eseguito gli ordini e ho ucciso anche bambini. Ricordo una bambina, avrà avuto cinque o sei anni. Urlava dalla paura. Era una bambina, capisci? E io le ho sparato in testa".

Azamat Uldarov, 42 anni, ex detenuto della colonia penale n° 13 di Saratov e poi combattente nel gruppo Wagner con la qualifica di comandante di plotone, racconta l’orrore a Vladimir Osechkin, fondatore dell’associazione russa per la tutela dei diritti umani Gulagu, nata nel 2011 e particolarmente attiva nel denunciare i maltrattamenti ai detenuti nelle carceri russe, e ora anche le violazioni dei diritti umani nella guerra di Ucraina. Lui e un altro wagnerita, Alexiei Savichev, ex detenuto alla colonia penale n°1 di Vorhonezh, hanno descritto in due video lunghi complessivamente 77 minuti, due orribili stragi e accennato ad altre, come ad esempio aver fatto saltare una fossa con più di 50 prigionieri ucraini feriti. Crimini di guerra, se saranno provati.

"Ho ucciso dei bambini – ammette Uldarov – . Ci sono dei video che mi ritraggono, non lo nascondo. Mi è stato dato un comando e io ho ucciso. Cosa avrei dovuto fare? Ci era stato dato il comando di occuparci dei civili a Bakhmut. È successo giorni fa, era il 18 marzo. Siamo arrivati in 150. Quando sono entrato nel seminterrato, c’erano donne, uomini, bambini, pensionati. E mi è stato ordinato di non far uscire vivo nessuno. Neanche uno. E io ho obbedito al comando".

"C’erano circa 40 bambini, e 300-400 persone in totale – prosegue –. Non avevo scelta, non potevo fare altro. C’era l’ordine di eliminare tutti, ho chiesto più volte e loro mi hanno confermato. Era una grande casa, un edificio di nove piani. L’intero seminterrato, il piano terra e il primo piano erano pieni di persone e minati. Non avevo scelta. Diedi l’ordine di eliminare tutti". Uldarov chiama in causa il capo di Wagner in persona, Prigozhin. "Le parole di Prigozhin – sostiene – erano di uccidere tutti. Non fare prigionieri. Questo ci è stato detto da Prigozhin. Tramite un video". Uldarov ha anche aggiunto che "c’è l’ordine di non prendere prigionieri, e così molti soldati ucraini feriti li uccidiamo con il coltello, gli tagliamo la gola, l’abbiamo anche filmato".

Un altro wagnerita, Aleksey Savichev, ha raccontato sempre al fondatore di Gulagu, che a febbraio, a lui e ad altri russi fu ordinato di sparare ai civili. Tuttavia, "prima hanno dovuto aspettare che i giornalisti se ne andassero". "I civili – ha detto – stavano uscendo. C’era un ordine: tutti coloro che avevano 15 anni o più dovevano essere fucilati immediatamente, senza dire una parola. Hanno sparato a 20-24 persone, tra cui 10 ragazzi di 15 e 17 anni".

Ieri i servizi ucraini dello Sbu hanno diffuso l’intercettazione anche di un soldato russo che telefonando alla moglie, ammette: "Dobbiamo uccidere anche i bambini, le donne, tutti". Secca la reazione della presidenza ucraina alle ammissioni dei wagneriti: "Una confessione non è sufficiente – ha affermato il capo dell’ufficio presidenziale ucraino Andrey Yermak –. Ci deve essere una punizione. Crudele e giusta. E lo sarà sicuramente".

Il capo del gruppo Wagner, Yevgeni Prigozhin, ha smentito le dichiarazioni di Uldarov e Savichev che lo accusano di aver dato lui l’ordine di sparare contro bambini e civili. "Naturalmente nessuno spara ai civili o ai bambini, nessuno ne ha bisogno – ha detto su Telegram –. Siamo venuti lì per salvarli dal regime sotto cui si trovavano". Peccato che le cronache dell’invasione raccontino una storia ben diversa.

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