Lunedì 7 Luglio 2025
REDAZIONE CRONACA

Frosinone, sparatoria in cava di marmo. Morti due fratelli e ferito un vicino, poi arrestato

I carabinieri ipotizzano che a scatenare la sparatoria sia stato un tentativo di furto, ma non escludono neanche vecchi dissapori tra i fratelli uccisi e l'uomo ferito.

L'esterno della cava di marmo di Coreno Ausonio dove è avvenuta la sparatoria (Ansa)

Frosinone, 7 novembre 2014 - Roma, 7 novembre 2014 - I fratelli Giuseppe e Amilcare Mattei, di 63 e 73 anni, sono stati trovati morti stamattina in una cava di marmo di loro proprietà, la Tirreno Marmi di Coreno Ausonio, in provincia di Frosinone. Sono stati uccisi da alcuni colpi di arma da fuoco. Vicino ai cadaveri è stato trovato gravemente ferito un terzo uomo, Giuseppe Di Bello, 35 anni,  proprietario di un'altra cava vicina e vicino di casa della famiglia dei due morti.  L'uomo, 35 anni,  prima è stato ricoverato, poi arrestato e trasferito a Roma: è sospettato di aver ucciso i fratelli Mattei  L'uomo dall'ospedale di Cassino è stato portato in eliambulanza all'Umberto I di Roma. I carabinieri ipotizzano che a scatenare la sparatoria sia stato un tentativo di furto, ma non escludono neanche vecchi dissapori tra i fratelli Mattei e l'uomo ferito.  

LA RICOSTRUZIONE -   Per Di Bello le accuse sono di duplice omicidio e porto abusivo d'arma da fuoco. L'uomo, secondo la ricostruzione dei Carabinieri del Comando provinciale di Frosinone e della Compagnia di Pontecorvo, avrebbe freddato i fratelli Mattei a colpi di calibro 765. Un vero e proprio agguato quello avvenuto all'alba di questa mattina in contrada Cardito, tra i monti Aurunci dove, il settore estrattivo del Perlato Royal offre lavoro a decine di operai.

LE IPOTESI  - Due le piste seguite dalla magistratura: un tentativo di furto da parte di Di Bello che, vistosi scoperto, avrebbe risposto al fuoco oppure vecchie ruggini tra i due imprenditori originari di Casteforte e il loro assassino. Unico dato certo è che Pino e Amilcare Mattei, anch'essi armati di una calibro 9 regolarmente denunciata, da giorni sorvegliavano la loro azienda dove, nottetempo, qualcuno rubava gasolio dai mezzi parcheggiati. Giuseppe Di Bello, pur ferito gravemente, non corre pericolo di vita.