Roma, sgombero della fabbrica ghetto ex Penicillina

Salvini twitta: "Dalle parole ai fatti". Dei 400 abitanti ne erano rimasti solo 40

Salvini durante il sopralluogo all'ex Penicillina sgomberata (Lapresse)

Salvini durante il sopralluogo all'ex Penicillina sgomberata (Lapresse)

Roma, 10 dicembre 2018 - Dopo settimane di annunci, è il giorno dello sgombero dell'ex Penicillina: la fabbrica 'ghetto' di via Tiburtina 1040 a Roma. Le operazioni si sono svolte in maniera tranquilla, anche perché molte delle persone che occupavano lo stabile, lo hanno lasciato nelle scorse settimane. Chiuso - e riaperto intorno alle 9,30 - il tratto di strada da e per il Raccordo anulare, con pesanti ripercussioni sul traffico di prima mattina. 

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All'interno dell'ex fabbrica la polizia ha trovato circa 40 persone e ha proceduto all'identificazione. Ma fino a pochi giorni fa nello stabile vivevano circa 400 persone, principalmente nord africani, ma anche famiglie di italiani. "Sono andati via tutti nei giorni scorsi - racconta un ragazzo senegalese - anche io ho dormito stanotte in strada". All'alba su via Tiburtina c'erano diversi migranti che camminavano spingendo dei trolley.

IL SOPRALLUOGO DI SALVINI - Intorno alle 9.30 è arrivato sul luogo dello sgombero Matteo Salvini, che ha subito postato un video in diretta sui social con la diretta. "Orgoglioso di questo intervento di legalità, pulizia e sicurezza atteso da anni", ha detto dopo un sopralluogo di una decina di minuti. E commenta: "Era un punto di spaccio e rifornimento per buona parte della città. Aggressioni, rapine, accoltellamenti, furti e violenze erano all'ordine del giorno. Le poche decine di persone regolari e realmente bisognose saranno prese in carico dalle istituzioni. I 35 rintracciati questa mattina nella struttura sono stati portati in questura per accertamenti: in caso di irregolarità saranno espulsi. Gli altri sono e saranno individuati, seguiti e identificati ovunque si trovino". "E' un altro giorno all'insegna dell'ordine e della legalità - conclude il ministro - Nelle prossime settimane sono già previsti altri sgomberi a Roma e in tante altre città italiane. Dalle parole ai fatti".

CONTESTAZIONI - Il ministro dell'Interno non era atteso, per lo meno non dagli abitanti di San Basilio, alcuni dei quali in mattinata avevano commentato:  "Qui c'è troppo degrado perciò oggi non verranno né Raggi né Salvini". Applausi ironici e qualche insulto sono stati indirizzati verso le forze dell'ordine da parte di un gruppetto di residenti al momento del loro ingresso nello stabile. "Bravi, un altro show - ha detto una donna - lì dentro ormai non c'è più nessuno". E un'altra signora: "Ora sono cani sciolti. Prima almeno stavano lì dentro. Devono trovare un altro posto dove farli andare".

Un residente urla al ministro: "Salvini dov'eri prima? L'amianto ce lo lasci dentro? Questo posto è così da 30 anni, perché nessuno è mai venuto a controllare? Qui c'è l'amianto in polvere che ci respiriamo da 30 anni. È uno sgombero-farsa. Chi pagherà per questi veleni che ci respiriamo?".  E un altro manifestante: "Le persone stanno per strada. Quale sicurezza per il quartiere? Sciacallo! Con il tuo decreto Sicurezza le persone stanno rimanendo per strada. Tu aumenti le tensioni sociali, non le risolvi".

Un immigrato commenta: "Salvini è andato via e non ha parlato con noi. Non sa come viviamo e dove andremo a dormire. C'è solo una associazione che ci aiuta". Lui vive lì da 1 anno e 5 mesi: "E ora non so dove andare. È un posto che non andava bene neanche per gli animali ma non avevamo altre soluzioni". 

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FISCHI AL PD -  "Buuu, vai via. Vergogna, vergogna". Forte contestazione per Andrea Casu, segretario del Pd Roma, al suo arrivo al presidio di Potere al popolo, Asia Usb e migranti che si è radunato sotto lo stabile.  "Avete governato per anni e siete responsabili di questa situazione, te ne devi andare via", gli hanno gridato i militanti. Casu spiega: "Alcuni militanti, credo di Potere al Popolo, visto che ci sono le loro bandiere, sono venuti attorno a noi aggredendoci e intimandoci di andar via". 

UN PO' DI STORIA - Prima fabbrica italiana produttrice di penicillina, venne inaugurata il 21 settembre 1950 alla presenza di Alexander Fleming, scopritore della penicillina, e del conte Giovanni Armenise, proprietario dei terreni, già amministratore delegato della Banca Nazionale dell'Agricoltura e, dal 1947, presidente del consiglio d'amministrazione della Leo - Industrie chimiche farmaceutiche Spa. 

Dopo la cessazione della produzione, il sito della ex fabbrica di penicillina, ha subito l'interesse di numerosi speculatori edilizi e la inerzia dell'Amministrazione Capitolina nella approvazione di qualsiasi proposta di variante. I lavori di ampliamento della via Tiburtina iniziati nell'anno 2012, quindi la rimozione dell'imponente muro di recinzione, hanno permesso l'accesso non autorizzato di numerose persone senza fissa dimora, che ne hanno distrutto e deturpato irreversibilmente il complesso, e quindi contribuito all'attuale stato di degrado.