Mercoledì 23 Aprile 2025
REDAZIONE CRONACA

Esplosione in un deposito Eni: feriti e danni gravi, indagini in corso

Un'esplosione in un deposito petrolifero Eni ha causato feriti e danni significativi. Le indagini sono in corso per determinare le cause.

Un'esplosione in un deposito petrolifero Eni ha causato feriti e danni significativi. Le indagini sono in corso per determinare le cause.

Un'esplosione in un deposito petrolifero Eni ha causato feriti e danni significativi. Le indagini sono in corso per determinare le cause.

"Ero a trenta metri dall’esplosione, stavamo facendo dei lavori di manutenzioni all’interno di una cisterna, e ci siamo salvati per miracolo". Salvatore ha la mano che trema mentre si porta la tazzina del caffè alla bocca. Coi colleghi ha trovato rifugio nel primo bar alle porte dello stabilimento. "Non ho mai visto un disastro simile – continua mentre ci mostra le lievi ferite riportate –, conoscevamo i colleghi, siamo vicine alle famiglie, perché non si può morire così".

Mentre il fumo dell’esplosione è ancora alto in cielo, negli ospedali e nei punti di primo soccorso allestiti fuori dall’impianto, arrivano i primi feriti. Il bilancio è di nove ricoverati, e altre 17 persone (per lo più residenti e operai delle ditte circostanti) che si sono recate autonomamente negli ospedali, la maggior parte ha riscontrati problemi all’udito a causa dell’esplosione e difficoltà respiratorie per aver inalato il fumo, e dimessi in giornata.

Tra i nove c’è chi se la caverà con qualche punto di satura, e chi invece rischia la vita. A tutti, però, rimarrà impressa quella palla di fuoco che li ha travolti senza dargli nemmeno il tempo di pensare a una via di fuga. "Ero sceso dall’autobotte ed ero sotto la pensilina. Mi trovava a due camion da dove di lì a poco è avvenuta l’esplosione. Ricordo di aver visto Martinelli (una delle vittime ndr) che era davanti a me indietreggiare con il volto come impaurito e poi ho sentito un rumore, come un sibilo o una cannella d’acqua quando si apre. Successivamente lo scoppio violento. Sono salvo per miracolo", spiega Massimiliano Niccolai, 60 anni di Scandicci, che lavora per un’azienda di Firenze. Dalla sua postazione in pronto soccorso ricostruisce l’attimo prima di quanto è scoppiato l’inferno al deposito petrolifero di Eni. E poi il pensiero corre subito ai colleghi, a coloro con cui ieri mattina era in fila per fare rifornimento di carburante da portare all’aeroporto di Peretola: "Ma ci sono morti?".

I due feriti più gravi li curerà invece il centro ustioni di Pisa. Si tratta di Emiliano Braccini, 51 anni di Collesalvetti, già trasferito nell’ospedale di Cisanello con il 70% del corpo bruciato, anche in profondità, e uno di 47 anni che è stato intubato a Careggi. "Siamo nelle mani dei medici di cui io mi fido ciecamente", ha detto la moglie del 51enne livornese tra i corridoi dell’ospedale. L’esplosione lo ha colpito alle gambe, soprattutto, ha bruciature di terzo grado, è molto grave ed è sedato nella rianimazione di una struttura di eccellenza come quella pisana. Fuori dall’unità operativa dell’ospedale pisano si sono radunati, dopo poco, anche molti dei colleghi di Emiliano che lavora per la Meritrans di Livorno, che si occupa di distribuzione di prodotti petroliferi rete. Pregano, sperando in un miracolo. Come tutti noi, del resto.

Sara BessiPietro Mecarozzi