"È solo un bluff, a Putin servono i nostri soldi"

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"Il taglio delle forniture di gas? Non può permetterselo, Putin bluffa". È la convinzione di Alberto Clò, ex ministro e grande esperto di energia. "L’importante è dare al presidente russo l’impressione di averla vinta anche se non è vero".

Professore, le sembra che i Paesi europei siano disposti a recitare questa commedia?

"Non si possono interrompere le importazioni dalla Russia da un momento all’altro. Va bene che il freddo è alla fine, ma con il gas in Europa alimentiamo anche le centrali elettriche".

Quindi senza il gas russo non restiamo solo al freddo, ma anche al buio.

"Purtroppo c’è un concorso di circostanze che non sono per niente favorevoli. Da un lato abbiamo ormai pochissimo gas negli stoccaggi, oggi attorno al 26%, dall’altro lato sono in corso una serie di manutenzioni nelle centrali nucleari francesi, mentre i tedeschi stanno chiudendo anche le loro ultime tre centrali, per cui la produzione elettrica da nucleare è più ridotta del solito. Per di più c’è stato un periodo di forte siccità, per cui la produzione idroelettrica è molto bassa. Il calo di queste fonti alternative si traduce in un maggiore consumo di gas. Il sistema è già molto teso. Se ora ci manca anche il gas, rischiamo di andare in blackout".

Se i russi chiudono i rubinetti, quanto tempo abbiamo prima di restare senza gas?

"Non saprei con precisione, diciamo poche settimane. E al momento non c’è molto altro gas a disposizione: la Norvegia sta già pompando al massimo e le forniture dall’Azerbaijan non si possono aumentare in tempi brevi. Gli unici che possono fornire più gas sono gli algerini. È proprio per questo che i tedeschi stanno organizzando il razionamento e sono già al primo livello di allarme. Ma se le forniture di gas russo s’interrompono, la situazione sarebbe troppo grave per risolverla con i razionamenti".

Si può aumentare l’import via nave con i rigassificatori?

"In Europa non ci sono abbastanza rigassificatori per soppiantare il gas russo. La Germania non ne ha nemmeno uno e l’Italia soltanto tre. Ora tutti si disperano per non averne costruiti altri, quando fino a pochi mesi fa quasi erano un tabù. Purtroppo tra i Paesi europei non c’è abbastanza coordinamento sull’energia, anche se il sistema è molto interconnesso e andrebbe gestito in maniera unitaria. È una situazione che abbiamo creato noi, ora che c’è una crisi ce ne accorgiamo".

Secondo lei è probabile che Mosca interrompa le forniture?

"Non mi pare probabile, secondo me è una minaccia che lascia il tempo che trova. Sarebbe molto grave innanzitutto per loro, che perderebbero un’entrata cruciale. E poi se non lo esportano, dove lo mettono tutto quel gas? Stoccaggi di quella dimensione non ne hanno".

Elena Comelli