Scadenza alimenti, da "best before" a "spesso buono oltre". Verso nuove regole Ue

Le novità proposte dalla Commissione contro lo spreco alimentare: la dicitura "Da consumarsi preferibilmente entro" da sola è fuorviante, serve un'aggiunta. Ma non tutti sono d'accordo

(Foto Alive)

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Bruxelles, 8 marzo 2023 - L'Unione europea si accinge a modificare le regole sulle scadenze per gli alimenti. La Commissione ha presentato oggi agli esperti degli Stati membri una proposta di revisione dell'attuale normativa che va nella direzione di allargare le attuali maglie. In particolare sarà rivista la dicitura "Da consumare preferibilmente entro" (in inglese "best before"). Quel "preferibilmente" non è abbastanza chiaro secondo il nuovo indirizzo Ue. E porta le persone a buttare prodotti ancora buoni, per un eccesso di cautela. L'idea è dunque quella di aggiungere una seconda espressione, "Spesso buono oltre", ad indicare che la data di scadenza è solo indicativa per alcuni tipi di alimenti.

E in effetti, per la precisione in questo caso non si tratta di una data di scadenza ma di un termine minimo di conservazione (in gergo tecnico Tmc). Il produttore infatti garantisce che in condizioni ottimali di conservazione l'alimento preserverà le sue qualità fino a quella data. Dunque, la dicitura completa sarà "Da consumare preferibilmente entro il (data). Spesso buono oltre". La valutazione in ogni caso è lasciata al singolo consumatore. 

 Secondo l'Esecutivo Ue "la maggior parte dei consumatori non comprende appieno la distinzione tra le etichette 'da consumare entro' - come indicatore di sicurezza - e 'da consumarsi preferibilmente entro' - come indicatore di qualità. L'aggiunta, si legge nella bozza del provvedimento, è quindi opportuna per ridurre lo spreco alimentare, perché consente "una migliore comprensione della data di scadenza", influenzando "il processo decisionale dei consumatori in merito all'opportunità di consumare o eliminare un alimento".

Resterà invariata invece l'etichetta tassativa "Da consumare entro".

L'opinione: "Uno scaricabarile"

Boccia la proposta della Commissione Ue il tecnologo alimentare del Consiglio della Lombardia e Liguria Giorgio Donegani, secondo cui la nuova dicitura "lascia al consumatore la responsabilità di valutare l'idoneità al consumo di un prodotto senza dargli ulteriori istruzioni sulla corretta conservazione e consumo in ambito domestico. Sembra quasi uno scaricabarile".

Donegani apprezza lo sforzo contro lo spreco alimentare. "La differenza tra data perentoria di scadenza e termine consigliato per i prodotti meno deperibili è sostanziale, ma più della metà dei consumatori sembra considerarle equivalenti. È positivo che si ragioni su questo, ma già esistono diversi Tmc (termine minimo di conservazione) per i prodotti meno deperebili per i quali è più garantita la sicurezza. Per lo scatolame ad esempio - spiega il tecnologo alimentare - la scadenza può essere prolungata di un anno e più se la confezione è integra e non sottoposta a sbalzi di temperature e luce. Anche i prodotti secchi come i biscotti possono essere consumati dopo la scadenza se si presentano bene, e non hanno quindi muffe o filamenti da parassiti o farfalline. Magari post scadenza non saranno croccanti. Ma non presentano insidie. Diverso è invece il discorso per le uova. Che hanno già un Tmc più breve, a 28 giorni e prudentemente vengono ritirati dalla distribuzione organizzata già al 21/mo giorno".