Mercoledì 24 Aprile 2024

Carola Rackete trasferita "in un luogo sicuro" dopo le minacce

L'ong Sea Watch: "Via dalla casa di Agrigento". Matteo Salvini dopo la mancata convalida dell'arresto: "Urge riformare la giustizia"

Carola Rackete al suo arrivo a Porto Empedocle (Ansa)

Carola Rackete al suo arrivo a Porto Empedocle (Ansa)

Roma, 3 luglio 2019 - Carola Rackete è stata trasferita nella notte dall'abitazione di Agrigento in cui era ospitata ed è stata portata "in un luogo sicuro". Dopo la decisione del Gip (qui l'ordinanza in pdf) Alessandra Vella di non convalidare l'arresto, la capitana della Sea Watch 3 ha lasciato nella notte la città in attesa dell'interrogatorio del 9 luglio per l'inchiesta che la vede indagata per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Il portavoce dell'ong tedesca, Neugebauer, ha spiegato che il trasferimento è stato deciso dopo le minacce di morte che le sono state rivolte. "Ci sono state alcune minacce", ha spiegato il portavoce, assicurando che Carola "sta bene". Intanto la nave, sotto sequestro probatorio da parte della Procura di Agrigento, è stata trasferita nel porto di Licata.

Sea Watch: "Carola è ancora in Italia"

"Carola è in Italia ma non è detto che ci resti nei prossimi giorni", ha quindi spiegato  Giorgia Linardi, rappresentante della Sea Watch. "Ora è giusto che abbia il suo tempo per riposarsi dal clamore dei media e preparare la sua deposizione (il 9 luglio, ndr). La sentirete nei prossimi giorni". "Ci tengo a dire che da quando è stata arrestata non ha fatto che chiedere se i 42 migranti siano scesi a terra e stiano bene. La decisione di ieri dimostra che il giudice ha compreso questa sua sensibilità", ha proseguito Linardi. "Carola mi ha detto sorridendo: 'Forse è il caso di emigrare in Australia e tornare ad occuparmi degli albatros'. In questi giorni ha usato del tempo per fare mente locale e fornire una deposizione chiara dei fatti. Ha rivolto rassicurazioni e saluti all'equipaggio, ringraziando i suoi legali". Quindi ha aggiunto una considerazione sul ministro dell'Interno. "Se Salvini salisse sulla nostra nave e non tendesse la mano ai naufraghi che stanno per annegare, sarebbe un mostro - ha detto -. Il ministro ci insulta dalla mattina alla sera, siamo stanchi".

Salvini: "Sentenza politica"

"Urge riformare la giustizia, selezionare e promuovere chi la amministra in Italia e cambiare i criteri di assunzione, perché questa non è la giustizia che serve a un Paese che vuole crescere", ha dichiarato intanto il ministro dell'Interno Matteo Salvini commentando la decisione del Gip di Agrigento. "Quindi la vita di un finanziere vale meno della vita di un clandestino. E' una bella responsabilità quella che questo giudice si è preso - ha incalzato il capo del Viminale -. Secondo me è follia, non è indipendenza della magistratura, ma follia". "Nessuno mi toglie dalla testa che è una sentenza politica", ha detto ancora per poi rivolgersi, via Facebook, direttamente al giudice. "Togliti la toga e candidati con la sinistra", ha detto.

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Germania soddisfatta della liberazione

"Accogliamo con grande favore la liberazione della signora Rackete" e "continueremo a osservare la situazione con grande attenzione", ha invece detto il portavoce del governo tedesco Steffen Seibert. "Consideriamo le minacce e le parole d'odio contro chi salva le vite in mare, come quelle diffuse in rete, inaccettabili", ha proseguito un portavoce del ministero degli Esteri tedesco. 

Le Ong contro il decreto Sicurezza bis

Intanto oggi le ong hanno deciso di disertare l'audizione davanti alle Commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera, per solidarietà con la Sea Watch che è stata esclusa. "Salvare vite in mare è un dovere non un crimine", dicono la stessa Sea Watch, Mediterranea, MSF, Open Arms e Tavolo Asilo. Le ong contestano il decreto Sicurezza bis. "Limitare i diritti dei rifugiati e richiedenti asilo è sbagliato. Il presupposto di straordinarietà ed emergenza, alla base del decreto, è fuori luogo: l'Italia è il Paese che accoglie meno rifugiati in Europa, così come l'Ue nel mondo", ha detto Filippo Miraglia di Tavolo Asilo, denunciando le persecuzioni a danno di chi aiuta i migranti, "al pari delle persecuzioni naziste". Vari i punti di incostituzionalità che il testo conterrebbe secondo le ong, tra cui il finanziamento delle forze di sicurezza libiche, "che compiono violazioni dei diritti". "Il decreto ha il palese obiettivo di impedire i soccorsi in mare", ha detto Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, preoccupato anche per l'articolo 12 che prevede fondi per i Paesi che accettano i rimpatri. Molti migranti, ricordano le ong, fuggono da regimi autoritari o dove rischiano persecuzioni. Per Open Arms solleva perplessità anche la norma che assegna al ministro dell'Interno l'ultima parola sul traffico o sull'attracco di navi non militari.