Lunedì 29 Aprile 2024

Malata di Sla decide di staccare la spina. Primo caso dopo biotestamento

La donna, sarda di 49 anni, dopo 5 anni di battaglie contro la malattia, ha chiesto ai medici di sospendere la ventilazione meccanica e avviare la sedazione paliativa profonda. Biotestamento: come scriverlo e dove depositarlo

Patrizia Cocco in una foto tratta dal suo profilo Facebook (Ansa)

Patrizia Cocco in una foto tratta dal suo profilo Facebook (Ansa)

Nuoro, 5 febbraio 2018  - Patrizia Cocco, nuorese di 49 anni, ha deciso che non poteva più combattere, dopo 5 anni di battaglie contro la Sla, e ha scelto dire basta e di fare staccare la spina. Dopo l'entrata in vigore del biotestamento lei è stata prima in Italia ad aver dato il suo assenso ai medici per la sospensione della ventilazione meccanica, e per l'inizio della sedazione palliativa profonda.

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Patrizia se ne è andata con il sorriso sabato scorso, stringendo la mano di sua mamma e dei suoi cari. Ne dà notizia il quotidiano L'Unione Sarda. Suo cugino, e suo avvocato, Sebastian spiega la drammatica decisione: "È stata una scelta di Patrizia molto lucida e coraggiosa. La nuova legge permette ai medici di dare subito esecuzione alla volontà del paziente senza doversi rivolgere al giudice come succedeva prima della sua entrata in vigore e così a Patrizia è stato permesso di fare la sua scelta".

E conclude: "La legge, che tutela il diritto alla salute, alla dignità e all'autodeterminazione, Patrizia Cocco la aspettava da anni, da quando sentiva di essere imprigionata nella malattia dentro la quale sopravviveva a una vita che lei in quelle condizioni non voleva più vivere". I funerali si sono celebrati ieri nella chiesa di San Domenico Savio, a Nuoro. 

IL MEDICO DI WELBY SPECIFICA - "Il distacco dalla ventilazione è legale, e ampiamente praticato in centinaia di casi in questi anni". A sottolinearlo all'Agi è Mario Riccio, il medico antestesista rianimatore che nel 2006 aiutò Piergiorgio Welby a interrompere, proprio con il distacco della respirazione artificiale, un'esistenza impossibile. 

"Io come noto ebbi problemi legali ma i giudici alla fine hanno riconosciuto la correttezza del mio operato, sulla base del principio che la volontà del paziente deve essere rispettata anche se comporta l'interruzione di terapie salvavita. In questo senso la legge sul testamento biologico dà una cornice normativa ma non aggiunge granchè: io stesso ho estubato moltissimi pazienti, su loro richiesta, e ci sono stati diversi casi finiti agli onori delle cronache, come quello di Piludu sempre in Sardegna. La signora che ha chiesto l'interruzione della ventilazione lo avrebbe potuto fare, come in moltissimi altri casi, anche prima della legge in vigore da meno di una settimana". 

Poi però Riccio riconosce: "una legge così di sicuro avrebbe evitato le procedure giudiziarie a cui siamo stati sottoposti io e più tardi Beppino Englaro. Ma la vera novità è la possibilità di lasciare le proprie volontà per quando non si sarà in grado di comunicarle a medici e parenti, mentre la possiblità di dire esplicitamente 'staccate la ventilazione, non voglio più vivere' era già ampiamente riconosciuta dai tribunali".

COSCIONI: CON LEGGE STOP A BATTAGLIE LEGALI -L'Associazione Luca Coscioni rende noto che Patrizia Cocco nello scorso mese di giugno si era rivolta a Marco Cappato, per informazioni circa il percorso da affrontare per giungere al diritto di porre fine alla propria esistenza e ad una vita che dopo anni di malattie non riteneva più degna di essere vissuta. "Le fu indicata la possibilità di seguire il percorso già solcato, attraverso una lunga battaglia nei tribunali, da Walter Piludu quando la legge riconobbe come un dovere per il medico quello di adempiere le volontà del paziente se intenzionato a rifiutare l'accanimento terapeutico, in relazione agli artt. 13 e 32, comma 2 Costituzione. 

Patrizia poteva scrivere solo tramite un "comunicatore" oculare. Lei stessa si definiva come una persona che non viveva, più attaccata com'era alle macchine ogni giorno, per tutto il giorno, e riferiva di vivere un incubo, di non essere in grado di muovere muscoli. Voleva solo smettere di soffrire. Ma non poteva permettersi la Svizzera".

"Si tratta del primo caso reso noto dopo l'entrata in vigore del Biotestamento relativo all'applicazione del consenso informato e l'interruzione delle terapie" dichiara Filomena Gallo, segretario Associazione Luca Coscioni. "La differenza col passato è che grazie a testamento biologico non è più necessario affrontare lunghe battaglie nei tribunali per vedere rispettato il diritto fondamentale di decidere l'interruzione di terapie".