Attacco di hacker filorussi a Viminale e Csm nel giorno della visita di Zelensky

Nel caso del sito dell’Interno non sarebbe andato a buon fine: i pirati informatici hanno sbagliato dominio

Gruppo filorusso rivendica attacco hacker a siti istituzionali italiani (Ansa)

Gruppo filorusso rivendica attacco hacker a siti istituzionali italiani (Ansa)

Roma, 13 maggio 2023 – Hacker filorussi contro i siti istituzionali italiani nel giorno della visita a Roma di Zelensky. Il gruppo noName057 ha rivendicato su Telegram azioni di pirateria contro il portale del Viminale (fallito perché i ‘pirati’ avrebbero sbagliato dominio, interno.it, invece che interno.gov.it) e quello del Consiglio superiore della Magistratura, che per un po’ non è stato accessibile. 

Secondo fonti investigative, si tratta di un'offensiva di tipo DDoS (Distributed Denial of Service), che moltiplica gli accessi ad un determinato indirizzo rendendo impossibile l'accesso. Non ci sarebbe stato un ‘furto’ di informazioni, dati personali, password ecc. 

Tra i target vengono elencati anche i siti del governo, del Quirinale e della Difesa che non hanno comunque accusato disservizi.

"Oggi molti portali avranno difficoltà", annunciava stamani il collettivo filorusso sui propri canali social, ironizzando sul viaggio di Zelensky e facendo riferimento a tutta una serie di obiettivi, italiani e non. Non è il primo attacco di questo tipo nel nostro Paese: il 22 febbraio nel mirino erano finiti una decina di siti istituzionali tra cui Difesa, Esteri, Carabinieri, Viminale per la Carta d'identità, Politiche agricole, Tim, Banca PER, A2A Energia. In quel caso, l'azione era stata messa esplicitamente in relazione alla visita della premier Meloni a Kiev e alla fornitura all'Ucraina del sesto pacchetto di aiuti militari. Il 14 marzo, nuova incursione, stavolta contro i portali della Difesa. Anche qui gli attacchi erano era di tipo DDoS.

Intanto la sanità abruzzese intanto fa ancora i conti con l’attacco hacker del 3 maggio che ha messo fuori servizio i siti delle Asl, inclusa quella dell’Aquila. Ci vorranno settimane per far tornare a regime il sistema. Un danno enorme. Ma in questo caso il collettivo pro-Putin non c’entra niente. La minaccia, che arriva da ignoti, è quella di pubblicare tutta una serie di dati sensibili esfiltrati dai pc in caso di mancato pagamento di un riscatto fissato in 2 milioni di euro in Bitcoin. Anche grazie ad una serie di vulnerabilità non sanate gli hacker, con una offensiva a strascico, avrebbero criptato una ingente mole di informazioni riservate.