Mercoledì 11 Dicembre 2024
ANDREA GIANNI
Cronaca

Assassino per 15 euro: "Ero nervoso, l’ho colpito. Ho rovinato due famiglie"

Il giudice conferma il carcere per il 19enne. "Avevo bevuto tanto quel giorno". Minacce e insulti sul web al padre: i carabinieri attivano la sorveglianza.

Assassino per 15 euro: "Ero nervoso, l’ho colpito. Ho rovinato due famiglie"

Daniele Rezza, 19 anni, reo confesso del delitto del commesso 31enne a Rozzano

"Ero nervoso perché era una giornata no, quel pomeriggio avevo anche bevuto 5-6 drink, poi due bottiglie di vodka (...) Appena l’ho visto in lontananza mi è partita la decisione di prendergli tutto, tutto quello che aveva". Sono passaggi dell’interrogatorio di Daniele Rezza, il 19enne che la notte tra giovedì e venerdì ha ucciso con una coltellata Manuel Mastrapasqua a Rozzano, per portargli via cuffie wireless dal valore di 14 euro. Il giovane, alle 2.45, è stato anche ripreso da una telecamera in via Trento mentre, vestito di nero e con un cappellino bianco in testa, camminava "con un coltello nella mano destra", che poi "nel prosieguo delle immagini occulta tra i pantaloni e il giubbotto", pochi minuti prima di raggiungere la scena del crimine, incrociando Mastrapasqua che proveniva dalla direzione opposta, rincasava dopo aver terminato il turno del lavoro in un supermercato a Milano. Una sequenza emersa dai filmati acquisiti dai carabinieri, che hanno condotto le indagini. "Gli ho direttamente strappato le cuffie – ha spiegato Rezza al gip Domenico Santoro –, lui allora si è avventato su di me. Ha iniziato a colpirmi, poi arriva l’adrenalina, mi difendo e ho preso il coltello conficcandoglielo sul petto ma l’ho tolto subito e non ho visto il sangue".

Quando il giorno dopo ha saputo da TikTok che il 31enne era morto "non è stato un granché, mi sentivo vuoto, ho tolto la vita a un cristiano che è figlio di qualcuno". Il giovane ha confermato di aver raccontato al padre di aver ucciso una persona, ma a suo dire l’uomo non gli ha creduto, "non riusciva ad accettarlo". Il padre, sempre secondo il suo racconto, venerdì lo ha anche accompagnato in auto a Cermenate, nel Comasco, dove Rezza avrebbe incontrato alcuni amici, raccontando anche a loro quello che aveva fatto. Nelle ore successive il padre lo ha accompagnato alla stazione di Pieve Emanuele, da dove è iniziato il maldestro tentativo di fuga con "10 euro in tasca a 250/300 euro sul conto corrente", terminato con il crollo davanti agli agenti della polfer perché "mi sentivo un peso".

Il gip Santoro, accogliendo la richiesta della pm Maria Letizia Mocciaro, ha convalidato il fermo e ha disposto la custodia cautelare in carcere. Rezza, si legge nel provvedimento, ha preso di mira una persona "isolata e inerme", e non ci sono dubbi sulla "volontà di uccidere" così come sulla "insussistente capacità di autocontrollo". Il giudice evidenzia il "concreto e attuale pericolo che posso commettere ulteriori e gravi reati della stessa specie", il pericolo di fuga e la "sicura capacità di sottrarsi alle ricerche". "Ho rovinato due famiglie", ripete il giovane. L’interrogatorio, nel carcere di San Vittore, si è soffermato anche sulla confessione che lui avrebbe reso al padre che, invece di spingerlo a costituirsi, lo ha accompagnato a Cermenate e nelle ore successive alla stazione di Pieve Emanuele. "I genitori – precisa il suo legale, l’avvocato Maurizio Ferrari, che poi ha rinunciato al mandato – non gli hanno creduto anche perché in passato aveva raccontato fatti" che poi lui stesso aveva ammesso che non erano mai avvenuti. Il profilo è infatti quello di un ragazzo problematico, già coinvolto in zuffe ed episodi violenti anche da minore. Ha ribadito che, quando la notizia dell’omicidio non era ancora pubblica, le cuffie le ha gettate via il padre, in un cestino. A tutela dei genitori di Rezza, che per il loro comportamento hanno ricevuto minacce e insulti sui social, è stata disposta una vigilanza attiva radiocollegata, una forma di protezione più leggera della scorta.