Martedì 23 Aprile 2024

Assalto a spiagge e centri storici Ma per i ristoranti è un mezzo flop

Penalizzati dalle limitazioni: "Con i tavoli solo all’esterno abbiamo dovuto mandare via metà dei clienti". Si teme la concorrenza di Spagna e Grecia, dove non c’è più la quarantena per chi arriva dall’estero

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di Alessandro Farruggia

È stato un weekend con il freno a mano tirato, e non solo per il maltempo. I centri storici e le località turistiche delle regioni gialle – dove vivono 47 milioni di persone – erano pieni di gente , ma bar e ristoranti sono stati costretti a operare a scartamento ridotto, con i centri commerciali ancora chiusi e gli stranieri assenti anche a causa dell’obbligo di quarantena di 5 giorni anche per i comunitari. Chi è andato benissimo sono i ristoranti delle località turistiche e delle città d’arte. Folla in centro a Roma, a Firenze e nelle località di mare, da Viareggio a Portonovo, da Cesenatico a Portofino. "La domanda – osserva Aldo Cursano, presidente Fipe Confcommercio Toscana e vicepresidente Fipe nazionale – è stata strabocchevole, anche perché in Toscana l’ultima cena in ristorante era stata possibile il 25 ottobre, ma l’obbligo di usare solo gli spazi all’aperti ci ha tagliato le ali. Ci siamo mangiati il fegato a dover rimandare indietro i clienti. Chi aveva spazi all’aperto ha lavorato al 40-50% della potenzialità. Il coprifuoco dalle 22 è un grosso problema e da metà maggio va superato, così come va restituita la possibilità di usare gli spazi interni, altrimenti l’esasperazione della categoria non potrà che crescere e i posti di lavoro, dopo i 243 mila persi nel 2020, calare ancora".

Coldiretti esulta: quasi 140.000 bar e ristoranti sono tornati al lavoro nel fine settimana del primo maggio e più di 300.000 italiani hanno scelto di trascorrere il fine settimana negli agriturismi. Ma il potenziale è ridotto dalle normative anticovid. "Quella di questo weekend – osserva Claudio Pica, presidente di Fiepet Confesercenti Lazio – è una falsa riapertura. Una riapertura a metà. Nel Lazio il settore della ristorazione registra complessivamente nel fine settimana un +6% rispetto alle attese raggiungendo quota 31 milioni di euro di incassi. Ma attenzione, rispetto al 2019 siamo a un calo del 50%". ."A Rimini – osserva Patrizia Rinaldis, presidente di Federalberghi Rimini – il primo weekend è andato bene, c’era tanta gente, i ristoranti hanno riempito senza problemi i pochi spazi consentiti e il centinaio di alberghi aperti ha avuto una occupazione superiore all’80%. Ma a Rimini gli alberghi sono 1.150 e per riaprire per il 22 maggio, in tempo per la Pentecoste, festa fondamentale per il turismo tedesco, bisogna superare il coprifuoco alle 22 e togliere i 5 giorni di quarantena per i cittadini Ue. Altrimenti i tedeschi andranno altrove". Il tema è sentito da tutti gli operatori, in Romagna in primis. "In giro c’era tanta gente – osserva Simone Battistoni, presidente in Emilia Romagna e vicepresidente nazionale del Sib, il sindacato balneari – e gli stabilimenti del Ferrarese, il Ravennate e di Cervia, che hanno bar e ristoranti, hanno lavorato molto bene. Discorso diverso a Rimini dove per la diversa tipologia di offerta pochi hanno riaperto. Comunque abbiamo dimostrato che i protocolli di sicurezza funzionano. Se ci tolgono coprifuoco e quarantena possiamo spiccare il volo".

"La gioia dei tifosi interisti è più che comprensibile – osserva Marco Barbieri, segretario generale di Confcommercio Milano – . Mi chiedo però perché a Milano, in Darsena o in Brera, sia necessario transennare le vie per evitare assembramenti e in piazza del Duomo possano riversarsi in migliaia in modo incontrollato. Si si usano pesi e misure diverse". Dal Viminale si replica che non sono certo mancati i controlli: 93.096 solo il primo maggio, con 1.965 sanzionati e e 177 denunciati. Le verifiche hanno riguardato anche 12.960 attività ed esercizi commerciali: 90 titolari sono stati sanzionati, 39 le chiusure. Ma resta il fatto che la nostra partenza è frenata mentre Spagna e Grecia si attrezzano per correre.