Mercoledì 24 Aprile 2024

A noi bastava la carta da imballaggio

Marco

Buticchi

Le nostre estati sono costellate di giochi ‘pallosi’. Non è volgarità: pensate quanti

lividi sui polsi nel tentativo di avviare le ‘tik-tak’. Senza contare gli abituali calcetti,

volley, bocce, palle avvelenate e simili. Giocare però con le sfere presuppone abilità,

spesso doti fisiche ed esperienza. Ma il nuovo tormentone dell’estate, il pop-it, non possiede altra utilità se non scoppiare le palle stringendole tra la punta di due dita. "Si tratta di un gioco antistress ", dicono i produttori.

Ma allontanare la tensione compiendo il medesimo gesto (scoppiettare bolle d’aria racchiuse in involucri di plastica) all’infinito forse allontanerà il logorio della vita moderna, ma certo genera

nevrosi. Senza contare che – chi ha traslocato o imballato oggetti lo sa bene – il

meccanismo ludico è identico a quello della carta da imballaggio antiurto.

Insomma, per il nuovo gioco dell’estate, non si è resa necessaria neppure troppa inventiva. Era sufficiente salire in soffitta, scartare il vecchio vaso risposto con cura e ’poppittare’ a lungo e senza spesa. Magari il vaso di zia ne potrà soffrire in futuro senza il suo involucro antiurto ma, come dicono gli esperti, a goderne saranno l’equilibrio della mente, la tranquillità interiore, la riscoperta del karma. Non ci avevate pensato? Trattate allora con maggiore rispetto ogni foglio di imballo antiurto: dietro a un gioco palloso si potrebbe nascondere la felicità dell’anima!