Martedì 30 Aprile 2024

Cercare lavoro, cosa vogliono le aziende? Dai manager creatività

L'analisi della società di head hunting Carter & Benson

Chiara Arosio e Lorenzo Bassi, partner di Carter & Benson

Chiara Arosio e Lorenzo Bassi, partner di Carter & Benson

Cosa cercano le aziende? Come rendere più appetibile un curriculum? Quella della selezione del personale non è una scienza esatta, ma si basa su requisiti e su tendenze spesso determinate dal mercato del lavoro. Chiara Arosio e Lorenzo Bassi, partner della società di head hunting e consulenza aziendale "Carter & Benson" di Milano svelano qualche segreto per quanto riguarda la ricerca di figure di vertice. "Abbiamo rapporti con grandi multinazionali e imprenditori - spiegano -. Il nostro è un lavoro trasversale, non ci focalizziamo su un tipo di ruolo o di mercato. Per le nostre ricerche sono fondamentali le competenze specifiche e i progetti che ogni candidato ha seguito, oltre alle soft skills". Sempre più spesso, infatti, le richieste delle imprese si basano non solo sulle caratteristiche che riguardano l'incarico e il particolare settore, ma si concentrano sulle capacità a tutto tondo. Comprese le competenze trasversali, non strettamente legate alla figura professionale che si sta ricercando, ovvero quelle caratteristiche personali che influenzano la capacità di lavorare o interagire con gli altri.

Soft skills

I periodi socio-economici, influenzano la richiesta delle soft skills. “Dallo scorso anno tra le competenze trasversali richieste dalle imprese a coloro che ambiscono a ruoli apicali, abbiamo visto crescere e diventare preponderante la creatività. - affermano Arosio e Bassi -. Per affrontare i problemi e trovare le soluzioni serve infatti una visione più aperta” Poi ci sono gli evergreen, le competenze trasversali imprescindibili: "In questo caso parliamo di leadership, di gestione manageriale, di capacità organizzativa, di gestione dello stress, dell’essere multitasking, della proattività e dell’autonomia". Invece, per proporsi in ruoli manageriali all’interno di una start-up è necessario un vero sentimento di appartenenza. "Qui si assiste a un paradosso - illustrano da Carter & Benson -: nel caso di una start up è l’atteggiamento imprenditoriale la competenza che fa la differenza, ovvero la capacità del candidato di sentire l’azienda come se fosse sua e contribuire alla sua evoluzione pensando molto oltre al mandato che gli viene richiesto, mentre per imprese più grandi questa caratteristica rischierebbe di essere ostativa".

L'età

Per quanto riguarda i candidati nei ruoli di gestione, le età variano in funzione dei settori e dei comparti aziendali. “Per un ruolo di general manager e amministratore delegato, dove si richiedono profili consolidati, l’età si attesta mediamente fra i 40 e 45. Tra i ruoli di vertice più ricercati (direzione vendite, selezione del personale e assistenza al cliente), invece, l’età è sui 40 anni, mentre nella direzione marketing si arriva anche a 35. Un discorso a parte meritano le figure manageriali che, nell’ambito industriale, sono chiamate a seguire la parte produttiva. In questo caso i profili più senior possono garantire una migliore conoscenza delle dinamiche della fabbrica di quel particolare settore - fanno sapere -. Nel caso di informatica e digital, invece, l'età media è più bassa. I motivi sono la velocità con la quale cambia la tecnologia e la necessità di essere sempre aggiornati rispetto agli strumenti da utilizzare, competenze nuove che richiedono adeguata preparazione e approcci più smart”.

Uomo o donna?

"Carter & Benson è da sempre particolarmente sensibile alla valorizzazione delle donne nel mondo lavorativo - spiegano Chiara Arosio e Lorenzo Bassi -, ma la meritocrazia è comunque l’elemento cardine a prescindere dal genere". E' innegabile, in ogni caso, che il mondo femminile sia spesso penalizzato dal mercato del lavoro per una mancanza di politiche di sostegno della famiglia che mina i percorsi di carriera. “Per ogni progetto - continuano – presentiamo alle aziende una lista di candidati "finalisti" tra i quali l’impresa sceglierà la risorsa da inserire nell’organico. Oggi, purtroppo, anche se sempre più spesso le aziende ci chiedono shortlist solo di donne, quando andiamo a fare la ricerca, quelle che hanno le caratteristiche per ruoli di vertice sono solo il 25%”.Nel 2021, secondo i dati della società milanese, i finalisti per posizioni di vertice nel settore vendite sono stati 251 uomini e solo 15 donne. Nella selezione del personale 142 uomini e 82 donne, nel settore finance 179 uomini e 33 donne. Per le figure di general manager o amministratore delegato 210 uomini e 20 donne, nel marketing 149 uomini e 64 donne, nella produzione nessuna donna. Unico settore in cui il mondo femminile è ben rappresentato è quello del customer service: nel 2021, 42 finaliste contro i 27 uomini.