Domenica 5 Maggio 2024

"Estinzioni, desertificazione. Solo la biodiversità ci salverà"

I progetti Slow Food cercano di tutelare varietà di piante e di animali dal processo rapidissimo di scomparsa che mette a rischio, nel tempo, la stessa vita degli umani

Farfalla in una foto L.Gallitto

Farfalla in una foto L.Gallitto

Roma, 8 novembre 2016 - Se storicamente le estinzioni sono sempre avvenute, sono due gli elementi peculiari del nostro tempo: la velocità con cui le specie si estinguono e la causa di queste estinzioni. Il biologo Edward O. Wilson, nel 1992, arrivò a determinare che le estinzioni riguardassero 27.000 varietà vegetali e specie animali all'anno, 72 al giorno. Quanto alla causa, sempre più spesso le specie soccombono per via dell'azione di un uomo che disbosca, che trasforma le foreste in pascoli, che consuma in modo indiscriminato, che inquina. O che, sempre più spesso, smette di coltivare una varietà o di allevare una razza, perché si sono rivelate poco redditizie su un mercato sempre più orientato a massimizzare le rese per ettaro e a concentrarsi sulle stesse varietà e razze.

Il tema delle estinzioni non riguarda soltanto le specie selvatiche, ma anche le piante e le razze animali selezionate dall'uomo. L'agricoltura e la produzione del cibo sono allo stesso tempo, i principali responsabili e le prime vittime della perdita di biodiversità. In soli 70 anni il sistema industriale applicato alla terra e all'allevamento animale ha cancellato un terzo delle razze animali domestiche e il 75% delle varietà vegetali selezionate dai contadini in 10.000 anni di storia dell'agricoltura. Monoculture, fertilizzanti chimici, pesticidi, allevamenti industriali sono i protagonisti di un'agricoltura che fa male all'ambiente e alla nostra salute. Per arginare questa vera e propria estinzione di massa, bisogna intervenire, con progetti concreti che sostengano l'agricoltura di piccola scala e difendano la biodiversità.

Per questa ragione Slow Food realizza progetti in tutto il mondo: oltre 500 Presidi (che coinvolgono più di 15 mila produttori), 2.500 orti in Africa, 4.000 prodotti catalogati sull'Arca del Gusto. Sostenendo un prodotto si da' dignità al lavoro di chi lo ha realizzato e linfa vitale a intere comunità in ogni parte del mondo. Per raggiungere questo obiettivo è fondamentale l'aiuto di tutti. Non servono grandi donazioni, ma serve coinvolgere il più ampio numero di persone possibili. Slow Food sta lavorando per il futuro di colture, animali e produzioni tradizionali che costituiscono una parte importante della cultura di un territorio.

E' accaduto, ad esempio, nel caso del fagiolo bianco di Paganica, riscoperto negli ultimi anni da un gruppo di giovani aquilani che hanno vinto la loro sfida contro un'economia depressa e la devastazione causata dal terremoto. Tutto è cominciato quando Matteo, un agricoltore venticinquenne rimasto senza casa e lavoro dopo il sisma del 2009, ha iniziato a coltivare un legume che dopo gli anni del boom e dell'abbandono delle campagne era rimasto patrimonio di pochi anziani contadini. Oggi altri giovani si sono uniti nell'associazione dei produttori del fagiolo bianco, tutelato come Presidio da Slow Food. Come Matteo, sono moltissimi altri i "difensori" di un futuro più ricco, diverso, e sano. Un futuro che può essere garantito soltanto preservando la biodiversità.  Per contatti con la nostra redazione: [email protected]