Lunedì 29 Aprile 2024

Un suicidio reciproco

TROPPO e troppo tardi, dicono gli analisti. Può darsi. A Mosca la Banca Centrale porta i tassi d’interesse al 17 per cento. Getta sul mercato 80 miliardi di dollari, un quinto delle riserve valutarie. Ma il rublo continua a inabissarsi. Tre mesi fa valeva il doppio. E intanto petrolio e gas naturale, che rappresentano metà delle entrate, si deprezzano ulteriormente. I crediti sono congelati. I capitali fuggono, quasi 125 miliardi di dollari. Probabile e imminente il controllo sulle transazioni internazionali. È l’ultima opzione a disposizione della signora Elvira Nabiullina, governatrice della Banca centrale. Poi non ci sarebbe che il default, il secondo dal 1998. Insomma un disastro per la Russia. Ma un disastro anche per l’Occidente le cui sanzioni combinandosi con il crollo dei prezzi energetici hanno determinato la gravissima crisi. E invece quali sono le reazioni dalle nostre parti? Americani e europei sembrano indulgere in una specie di ‘Schadenfreude’, gioia maligna, secondo la nota espressione tedesca. Si comportano come se la cosa non li riguardasse. E invece li riguarda.

LE LORO sanzioni sono una spada a due lame. Impoveriscono Putin e impoveriscono gli europei colpiti dalle sue controsanzioni. Risultato: se la Russia piange, l’Europa non ride. L’Europa in stagnazione ci rimette miliardi di euro nell’export. Almeno due la sola Italia. Uno nella meccanica strumentale. Uno nei prodotti alimentari. Senza contare i rincari energetici. Oggi la Russia è con le spalle al muro. Sino a un paio di anni fa era uno dei Brics, i nouveaux riches. Putin ironizzava sui deficit di Obama. Ma Obama ora, nell’inasprire le sanzioni, dimentica che la Russia postcomunista non è l’Unione Sovietica. Non è la superpotenza antagonista. Non vive come una volta in un sistema alternativo, isolato, impermeabile. È integrata nelle nostre economie. Le sue crisi prima o poi diventano nostre. E anche le minacce alla sicurezza provengono dalla stessa parte. Con noi condivide valori che non sono meno veri solo perché disattesi da Putin. Forse se è tardi per l’economia, speriamo che così non sia per un ritorno di resipiscenza sull’una e sull’altra sponda dell’Atlantico. L’Ucraina non giustifica un collettivo, reciproco suicidio.

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