Lunedì 29 Aprile 2024

"Trovati video pedopornografici". L'arcivescovo Wesolowski rischia sette anni

Arrestato perché voleva fuggire. Potrebbe essere estradato

Arrestato in Vaticano l'ex nunzio a Santo Domingo, Josef Wesolowski (Ansa)

Arrestato in Vaticano l'ex nunzio a Santo Domingo, Josef Wesolowski (Ansa)

Roma, 25 settembre 2014 - Si temeva che Jozef Wesolowski potesse fuggire e distruggere le prove. Per questo il promotore di giustizia del Tribunale Vaticano di prima istanza, professor Gian Piero Milano, martedì pomeriggio ha deciso di procedere all’arresto dell’ex nunzio apostolico a Santo Domingo, accusato di abusi sessuali su minori e possesso di materiale pedopornografico, facendolo rinchiudere all’ultimo piano del Palazzo del Tribunale vaticano, nei locali del Collegio dei Penitenzieri. L’iter che attende l’ex prelato è già tracciato: alla pena canonica della riduzione allo stato laicale (che diverrà operativa dopo il secondo grado), non si aggiunge solo il processo penale che prevede, in caso di condanna, fino a 7 anni di carcere, ma anche l’estradizione negli Stati che la richiederanno, quasi sicuramente Santo Domingo e Polonia, dove sono già aperte inchieste. Ma potrebbero esservi altre azioni giudiziarie in corso nei numerosi paesi in cui si è svolta la carriera diplomatica dell’arcivescovo: in Africa meridionale, Costa Rica, Giappone, Svizzera, India e Danimarca, come consigliere di nunziatura, e in Bolivia Kazakhstan, Tagikistan, Kirghizistan e Uzbekistan, come nunzio apostolico. Da giorni Weselowski era sparito dalla Casa del clero dove risiedeva; in più, ha solide amicizie in Svizzera. Abbastanza per dedurne che forse stava preparando le valigie. Il processo penale in aula, comunque, non comincerà prima della fine di quest’anno o l’inizio del prossimo e riguarda gli abusi su minori commessi durante la sua permanenza a Santo Domingo, da dove è stato richiamato dal Papa nell’agosto 2013, e il possesso di materiale pedopornografico. Secondo la stampa locale, a Santo Domingo avrebbe adescato non meno di sette minori pagandoli per prestazioni sessuali e filmandoli. L’ex prelato, il più alto in grado mai indagato in Vaticano per abusi sessuali, subirà quindi un doppio processo , canonico (già avviato) e penale. Gli elementi documentali e testimoniali su cui poggiano gli addebiti sono pervenuti al promotore di giustizia sia dagli atti del procedimento canonico davanti alla Congregazione per la Dottrina della Fede, sia dalla documentazione giunta dalla Repubblica Dominicana. L’ex nunzio, ha spiegato il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, ha avuto i domiciliari per motivi di salute. Per ora è difeso da un avvocato d’ufficio, «ma può naturalmente esercitare il diritto di difesa tramite un avvocato di sua fiducia». Il pm vaticano, «compiute le indagini ulteriori che riterrà necessarie e gli interrogatori dell’imputato assistito dal suo avvocato», potrà formulare al Tribunale la richiesta di rinvio a giudizio, e qualora questa sia accettata inizierà il processo. Questa fase, comunque, «richiederà alcuni mesi». La legge che sarà applicata a carico di Wesolowski non sarà quella nuova, in vigore dal primo settembre 2013 con la riforma del Codice penale vaticano, «perché i fatti addebitati sono precedenti all’entrata in vigore della legge». In ogni caso, ha detto Lombardi, «le pene previste dalla legislazione precedente possono valutarsi intorno a 6 o 7 anni, ma con la possibilità di aggravanti».