Giovedì 16 Maggio 2024

TERRORISMO / LE STORIE Lassana, il commesso musulmano eroe che ha salvato 15 clienti

Ora la sua azione è celebrata in rete e su twitter gira l'hastag #UneMedaillePourLassana. I clienti: "Siamo stati per due ore accanto ai cadaveri"

Parigi, gli ostaggi liberati dal negozio kosher (Ansa)

Parigi, gli ostaggi liberati dal negozio kosher (Ansa)

PARIGI, 10 gennaio 2015 - Il giorno dopo la fine dell'incubo, come è naturale, spuntano le storie. Racconti personali, frammenti di verità, che a chi ascolta servono a rendere più vero un orrore altrimenti incredibile e che aiutano i testimoni a metabolizzare un vissuto difficile da digerire.

I SOPRAVVISSUTI - "Amedy Coulibaly ci ha detto che non aveva paura di morire e sapeva che sarebbe morto ieri", ha raccontato una testimone dell'assalto al negozio kosher di Parigi. "Appena entrato ha sparato, siamo stati per ore accanto a due cadaveri", dice ancora tremante, riferendo che prima del blitz delle teste di cuoio il terrorista ha detto di "agire per difendere i musulmani oppressi nel mondo e in particolare la Palestina".

Il racconto coincide con quello di una donna presente nel negozio kosher: "Ci ha detto che non aveva paura di morire e sapeva che sarebbe morto ieri - ricorda - Eravamo nel reparto caramelle quando abbiamo sentito gli spari. Era armato di due kalashnikov, un coltello e una pistola. Appena entrato ha sparato, siamo stati per ora accanto a due cadaveri", ha aggiunto la donna scampata al massacro.

IL COMMESSO EROE - Il gesto d'eroismo di Lassana Bathily, 24 anni, commesso musulmano del negozio assaltato, che ha salvato 15 clienti nascondendoli, viene oggi celebrato sul web con grande evidenza.  Musulmano originario del Mali, Lassana Bathily, raccontano i media francesi, è riuscito col suo coraggio a nascondere quelle persone ma solo oggi, parlando in tv, emerge la portata della sua impresa.  Intervistato dalla televisione BFMTV, Lassana Bathily racconta: "quando li ho visti scendere le scale di corsa... ho aperto loro la porta della stanza frigorifera. Poi ho spento la luce, ho spento il congelatore e gli ho detto: restate qui, io ora esco e vado a capire cosa accade".  In seguito il ragazzo è riuscito a scappare all'esterno usando il montacarichi, ha raggiunto la polizia e ha spiegato agli agenti la situazione e il fatto che una quindicina di persone erano chiuse al sicuro nella stanza frigorifera.  Ora la sua azione è celebrata in rete e su twitter gira l'hastag #UneMedaillePourLassana.

"HO STRETTO LA MANO AL KILLER" - Sull'altro fronte, a Dammartin-en-Goele, fa tremare i polsi il racconto di Didier, rappresentante entrato in tipografia per caso, per un appuntamento con un cliente: "Ho incrociato un terrorista e gli ho stretto la mano - dice - Quando sono arrivato, il mio cliente è uscito con una persona armata che si è presentata come un poliziotto. Il mio cliente mi ha detto di andarmene e me ne sono andato. La persona che si era presentata come fosse della polizia mi ha detto: 'Se ne vada, a ogni modo non uccidiamo i civili' ed è questo che mi ha enormemente sorpreso e così ho deciso di chiamare la polizia. Suppongo che fosse uno dei terroristi", ha raccontato su France Info. "Ho stretto la mano a uno dei terroristi", ha ripetuto incredulo.

GLI HO OFFERTO IL CAFFE' - E il gestore della tipografia racconta: "Ho vissuto un momento incredibile, ho offerto loro un caffé nel mio ufficio e abbiamo chiacchierato". Ieri mattina, racconta, ha sentito suonare alla porta molto presto, ma "non mi sono preoccupato, aspettavo un fornitore". Una volta sceso, però, "ho visto che avevano kalashnikov e lanciarazzi, e ho capito". La reazione è stata immediata: ha detto al grafico che era nella stanza con lui, il ventiseienne Lilian, di correre a nascondersi, e poi è andato incontro ai due super ricercati. "Non si sono mai mostrati aggressivi - assicura - mi hanno detto 'non si preoccupi, la lasceremo andare". E alla terza volta che ha chiesto di poterlo fare, il più giovane dei fratelli, Cherif, ha detto sì.