Sabato 18 Maggio 2024
MARCO GAVIGLIO
Sport

Vuelta, Bennati sfiora il colpaccio. Ma vince Drucker

L'aretino attacca nel finale ma viene ripreso a 200 metri dall'arrivo, che vede imporsi allo sprint il lussemburghese della Bmc. Polemiche per la riammissione dei 91 corridori arrivati ieri fuori tempo massimo

Prima vittoria in un grande giro per Jempy Drucker, 30enne della Bmc (Tim De Waele)

Prima vittoria in un grande giro per Jempy Drucker, 30enne della Bmc (Tim De Waele)

Peñíscola (Spagna), 5 settembre 2016 - Ci ha provato, Daniele Bennati, a far fesso il gruppo in una delle pochissime tappe per velocisti di questa Vuelta, che ha confermato Nairo Quintana in maglia roja e lasciato invariata la classifica generale. Ma l'azione dell'esperto corridore aretino, partito a 2.400 metri dall'arrivo in corrispondenza di una rotonda, si è spenta quando al traguardo, di metri, ne mancavano ancora duecento. Un'inezia, nella quale sta però la differenza tra chi la beffa la fa, e chi la subisce.

La gioia, invece, è tutta per il lussemburghese della Bmc Jempy Drucker, che festeggia il trentesimo compleanno con due giorni di ritardo conquistando la sua prima vittoria in un grande giro davanti ai tedeschi Selig e Arndt e a Gianni Meersman. Proprio il belga, a segno in un paio di sprint nella prima settimana, è stato la principale vittima dello scatto di Bennati perché, per andare a chiudere il buco che il corridore toscano era riuscito ad aprire sfruttando le tante curve del finale, il treno della Etixx-Quick Step ha dovuto mettersi in moto prima del tempo, lasciandolo al vento quando la linea bianca distava ancora trecento metri abbondanti. Ed è stato quello l'esatto momento in cui Meersman, costretto a partire lungo, ha perso la sua volata, finendo per lanciare lo sprint a chi gli era in scia. Ad ogni modo, se il regolamento fosse stato applicato alla regola, nessuno di coloro che si sono lanciati nella volata oggi sarebbe potuto essere della partita. E la tappa, anzi, l'avrebbe vinta... Esteban Chaves: con il 14º posto di giornata, infatti, il leader della Orica è stato il primo a tagliare il traguardo tra i corridori che nell'incredibile tappa di ieri hanno chiuso entro il tempo massimo. Ben novantuno, infatti, sono stati i ciclisti giunti oltre il tempo consentito in vetta alla salita di Aramón Formigal: fatto ancora più incredibile, lo sforamento è stato di ventidue minuti rispetto al limite massimo, e di 53' dal vincitore Brambilla. La giuria però ha deciso di riammettere tutti, dando inevitabilmente adito a mille polemiche. Basti pensare che se i giudici non fossero stati così magnanimi, Chris Froome sarebbe rimasto senza compagni di squadra e che un'intera formazione, la Direct Énergie, sarebbe andata a casa. Per restare all'oggi, quattro dei sei fuggitivi - Silvain Dillier, Sven Erik Bystrøm, Julien Morice e Mario Costa - avrebbero dovuto fare le valigie ieri sera, e davanti avremmo potuto vedere all'opera i soli Luis Ángel Maté e Davide Villella. Fantaciclismo, si dirà: la verità è che nulla si può fare, ormai, contro un colpo di spugna che rischia di falsare lo svolgimento dell'ultima settimana alla quale chi ieri ha, di fatto, riposato, si presenterà indubbiamente con meno scorie rispetto a quanti hanno dato vita ad una delle giornate più combatutte e spettacolari nella storia della corsa spagnola. Domani, intanto, si celebra il secondo giorno di "descanso" ufficiale nel quale tutti, anche chi non se lo merita, potranno tirare il fiato.