Giovedì 16 Maggio 2024

Thohir: "Credo in Mazzarri, no ultimatum". Vertice con Moratti in sede

Il presidente nerazzurro incontra il tecnico dopo il pareggio contro il Verona e, in un'intervista a Repubblica, rilancia il progetto: "Il bilancio per me è ottimo: abbiamo rinnovato il management e siamo tornati in Europa"

Erick Thohir (Newpress)

Erick Thohir (Newpress)

Milano, 10 novembre 2014 - "Non sono alto, né lo sarò mai. Non sono magro. Per molti non sono neppure bellissimo: questi sono fatti e non li nego. Ma sappiate che sono un grande lavoratore. Ed è lavorando che proverò a far tornare grandi l'Inter e la serie A". E' questa la promessa di Erick Thohir, da poco più di un anno al timone dell'Inter, anche ieri bloccata sul pareggio a San Siro contro il Verona. 

Il bilancio, fin qui, è "ottimo - dice in un'intervista a Repubblica - Siamo tornati in Europa ed era il nostro obiettivo, siamo al comando del girone, manca un punto per qualificarci. Fuori dal campo abbiamo rinnovato tutto il management con professionisti di valore e lo miglioreremo ancora. Ci saranno novità".

Con Moratti, nonostante le dimissioni, "va benissimo. Siamo sempre in contatto, a Milano ci vediamo" mentre per quanto riguarda Mazzarri (con cui è in programma un incontro prima del ritorno in Indonesia) "non gli ho mai dato ultimatum, anche se a volte lo leggo. Anzi, ho ripetuto già 6 o 7 volte la stessa cosa e lo faccio anche ora: credo nel progetto avviato con Mazzarri, lui può stare tranquillo, sappiamo che per sviluppare un piano ci vuole tempo. Ma al tempo stesso bisogna anche ottenere risultati. Se i prossimi saranno negativi? Ne discuteremo come al solito tra noi. Ora abbiamo il problema degli infortunati che ci danneggia. Ma la squadra è buona".

"Strategia e competenza sono le parole magiche che portano ai risultati, non bastano solo le sensazioni e le intuizioni, o pregare che le cose vadano bene - sottolinea ancora Thohir - a volte Dio ti aiuta, a volte no. Credo nelle decisioni collegiali. Una volta ho detto 'Non sono Superman', stavolta dico che un'azienda funziona se ha degli Avengers, dei supereroi che lottano insieme. Dopo aver ascoltato tutti, prendo decisioni".

A chi lo accusa di non comprare giocatori, ricorda che "da gennaio ne sono arrivati sette, con varie formule. Spenderemo ancora in futuro. Ora attendiamo verso febbraio le decisioni sul Fair Play Finanziario, poi capiremo come muoverci. Spenderemo al momento giusto". Infine, oggetto di qualche battuta di cattivo gusto, il magnate indonesiano fa spallucce. "Non credo che gli italiani siano razzisti. La maggior parte è passionale e affettuosa, poi non posso negare che ci siano singoli casi di mancanza di rispetto. Il presidente Ferrero si è scusato per lettera, dice che c'è stato un difetto di comunicazione. L'ho invitato a un incontro per conoscerci, per discutere di cose davvero importanti come il futuro della serie A. La signora Christillin? Spetta a lei fare qualcosa, se vorrà".