Domenica 5 Maggio 2024

Roma-Juventus 1-1: Tevez illude Allegri, Keita salva Garcia

Bianconeri indenni all'Olimpico e avanti fino a 15' dalla fine: Tevez sblocca su punizione, i giallorossi pareggiano in dieci con l'ex Barça, ma restano a -9 dallo scudetto

L'esultanza dei giocatori bianconeri (Ansa)

L'esultanza dei giocatori bianconeri (Ansa)

Roma, 2 marzo 2015 - Tutto come prima, o quasi. La Juventus esce indenne dall'Olimpico, centra un pareggio che lascia a -9 la Roma (e con lo scontro diretto a favore) ma si porta a casa qualche rimpianto per aver fallito il match-ball scudetto. A lungo in controllo della partita, i bianconeri hanno sciupato il vantaggio di un Tevez in versione Pirlo e, in superiorità numerica per l'espulsione di Torosidis che sembrava aver fatto calare il sipario sul campionato, hanno subìto il pareggio di Keita che salva l'onore e rafforza il secondo posto dei giallorossi che si consolano con il punto guadagnato sul Napoli. Ai punti avrebbe meritato la Juve che, nonostante un'ora di noia assoluta, ha dato sempre l'impressione di essere nettamente superiore ai rivali. 

La Roma ha infatti provato a fare la partita senza mai riuscirci e ha confermato le sue difficoltà ad attaccare le difese schierate. Pjanic ha girato a vuoto, De Rossi è incappato nel 'solito' nervosismo da big match ed è servita tutta la sapienza di Keita, preferito a sorpresa a Nainggolan, per dare un filo di ordine a una manovra sterile. Merito di una Juve compatta che ha fatto sfogare gli avversari fino alla trequarti per fiondarsi in contropiede, con Morata e Tevez che hanno provano a replicare le combinazioni risultate vincenti in Champions contro il Dortmund. 

Ha funzionato soprattutto la mossa di Allegri che, per far fronte alle assenze di Pirlo e Pogba, ha tirato fuori dall'armadio il 3-5-2, abito che si cuce perfettamente addosso alla Juve. Davanti a Buffon non ci sono stati spifferi, Marchisio ha guida bene in regia e Lichtsteiner si è sfogato sulla destra in un duello vinto nettamente contro Holebas. Il risultato è stato un primo tempo più tattico che spettacolare, giocato a ritmi da amichevole di fine agosto per l'impotenza della Roma e la consapevolezza della Juve di poter giocare anche per il pareggio: l'unico brivido lo ha procurato un salvaggio di Manolas che ha rischiato l'autogol per anticipare Morata, appostato come un falco sul contropiede portato da Pereyra. 

Nella ripresa ci si aspettava una Roma con un altro piglio ed è stata invece ancora la Juve a sfiorare il vantaggio su un contropiede nato da una palla persa malamente da Ljajic in mezzo al campo, con Vidal che ha chiuso troppo l'angolo graziando De Sanctis. La situazione per Garcia si è complicata ulteriormente al 60' con il secondo giallo di Torisidis che ha lasciato i suoi in dieci: intervento inutile quello del greco perché dalla punizione seguente Tevez si è travestito da 'Pirlo' e ha lasciato di sasso De Sanctis telecomandando la palla sotto l'incrocio.

Una mazzata terrificante per la Roma, rivoltata con gli inserimenti di Florenzi, Iturbe e Nainggolan (qualche fischio sull'uscita di Totti, De Rossi e Ljajic). I cambi hanno scosso improvvisamente i giallorossi: un colpo di testa di Manolas ha sporctoa per la prima volta i guanti di Buffon, che si è inchinato alla capocciata di Keita sugli sviluppi di un altro calcio da fermo. Palpitante il quarto d'ora finale: la Roma ci ha messo finalmente l'anima ma non ha trovato lo spunto vincente. Alla fine la Juve recrimina, ma in fondo può sorridere: lo scudetto non è poi così lontano.